lunedì 13 dicembre 2010

Letture per il freddo....

Questa notte è atteso l'arrivo del freddo su tutta la Toscana: alcuni fortunati potranno starsene al calduccio e magari avranno voglia di leggere...ecco alcune letture consigliate:
  • Yahoo passa in rassegna le 50 carriere più promettenti per il 2011: insieme ad alcune ovvie e abbastanza prevedibili (pilota civile, veterinario, ingegnere civile, ecc.) ce ne sono alcune che ho trovato sorprendenti (ma non bisogna dimenticare che è una classifica americana, sicuramente per le professioni l'Europa è un po' diversa). Sempre su Yahoo potete divertirvi a leggere un elenco di lavori retribuiti almeno 100$ all'ora: anche in questo caso ci sono mestieri sorprendenti....se avete delle belle mani potete cercare di qualificarvi come hand model...
  •  Tornando a temi più familiari per i lettori di Alfa o Beta? vi segnalo come secondo l'economista di Chicago John Cochrane la paura di contagio nel debito sovrano della zona euro sia una sciocchezza! Peccato che i mercati si ostinino a vedere le cose diversamente, basta guardare un grafico che confronti gli interessi sulle obbligazioni governative dei PIIGS negli ultimi 12-24 mesi. Lo stesso vale per i CDS come vedete qui accanto (le figure sono tratte da questo post su SeekingAlpha)  Boh...
  • Un punto di vista molto diverso da quello di Cochrane sulla situazione europea è quello espresso da Alistair Darling in questo op-ed sul New York Times. Secondo Darling la situazione è preoccupante e sono numerose le analogie con i primi mesi del 2008, nei quali si perse tempo prezioso per evitare il (quasi)-collasso del sistema finanziario mondiale (la sottolineatura è mia):
    WHEN I look at events in Europe today, with Ireland getting bailed out and talk of crises brewing elsewhere on the continent, I am reminded of the weeks leading up to the banking crisis in 2008. As the credit crunch began and banks found it increasingly difficult to get access to funding, policy makers faced a choice: deal with the problem in a piecemeal way, or address the root causes immediately.
    For too long many policy makers opted to fudge their approach; they dealt with the problem bank by bank and refused to recognize the system’s fundamental flaws.
    As a result, we saw Lehman Brothers go bankrupt, Bear Stearns bought up in a fire sale and a major British bank come within hours of collapse.
    During that summer I realized that unless we put a firewall in place to prevent the crisis from spreading, we would face a catastrophe in the banking sector and the wider economy. That’s why I took the controversial step of injecting billions of pounds into the banking system to stabilize it. By tackling the fundamental problem, the lack of capital in banks, we stopped a meltdown. It was drastic action, but I have no doubt that it worked.
    The same approach is now urgently needed for European economies. It is not enough for the euro zone nations to bail out each economy as it falls into a crisis — they must address the root causes of the continent’s problems.
    This hasn’t been the approach so far. In May, Europe eventually faced up to the fact that it had to help Greece, which was finding it increasingly difficult to borrow to cover its debts. But the rescue was far too long in coming, and the United States Treasury deserves a great deal of credit for forcing the issue to a head.

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