venerdì 28 dicembre 2012

Oltre l 'anno che verrà...

Cosa ci aspetta oltre la crisi? Come crescerà l'economia nei prossimi 50 anni ? Secondo Robert Gordon della Northwestern University economic growth is likely to slow sharply — indeed, that the age of growth that began in the 18th century may well be drawing to an end.

Mr. Gordon points out that long-term economic growth hasn’t been a steady process; it has been driven by several discrete “industrial revolutions,” each based on a particular set of technologies. The first industrial revolution, based largely on the steam engine, drove growth in the late-18th and early-19th centuries. The second, made possible, in large part, by the application of science to technologies such as electrification, internal combustion and chemical engineering, began circa 1870 and drove growth into the 1960s. The third, centered around information technology, defines our current era.

And, as Mr. Gordon correctly notes, the payoffs so far to the third industrial revolution, while real, have been far smaller than those to the second. Electrification, for example, was a much bigger deal than the Internet.

It’s an interesting thesis, and a useful counterweight to all the gee-whiz glorification of the latest tech. And while I don’t think he’s right, the way in which he’s probably wrong has implications equally destructive of conventional wisdom. For the case against Mr. Gordon’s techno-pessimism rests largely on the assertion that the big payoff to information technology, which is just getting started, will come from the rise of smart machines.

Il resto dell'analisi e il commento di Krugman li trovate qui

Is Growth Over? - NYTimes.com

giovedì 27 dicembre 2012

I rischi incompresi della crisi dell'eurozona

Qualcuno inizia a dire pubblicamente quello che privatamente in molti dicono da un po' di tempo: non è impossibile (benché ancora improbabile) uno sbocco violento per la crisi dell'eurozona

Euro crisis may lead toexplosion of violence’ - Darrell Delamaide's Political Capital -
MarketWatch

mercoledì 26 dicembre 2012

Ventuno anni di asset allocation tattica

Con le vacanze ho finalmente trovato un po' di tempo per fare qualche backtest. Ecco alcuni risultati sull'asset allocation che seguiamo settimanalmente su Alfa o Beta?
L'universo in questo caso è composto:

  • dall'indice azionario europeo Stoxx 600 (sul quale è possibile andare sia lunghi che corti);
  • dall'indice azionario statunitense Standard and Poor's 500; 
  • dall'indice azionario giapponese Nikkei; 
  • dall'indice di materie prime agricole Dow Jones Agricolture (total return); 
  • dall'indice Dow Jones di prezzi del petrolio;
  • oro 
  • obbligazioni governative decennali statunitensi.
Gli indici sono valorizzati in euro. Ho confrontato tre asset allocation:
  • un'asset allocation passiva (AA) che divide l'investimento nei sette asset con pesi rispettivi (0,15; 0,08; 0,08; 0,08; 0,31; 0,15; 0,15) e ribilanciamento annuale 
  • un'asset allocation tattica (TAA) che investe in ciascun asset secondo i pesi dell'asset allocation passiva ma solo se il prezzo di chiusura dell'indice è superiore alla media mobile a 180 giorni (in caso contrario l'investimento relativo all'asset viene spostato in liquidità), con verifiche ogni due settimane e ribilanciamenti annuali. Nel caso dell'indice europeo Stoxx 600, quando la chiusura è inferiore alla media mobile si assume una posizione corta sull'indice
  • un'asset allocation tattica (TAAP) simile alla precedente ma nella quale il capitale viene equipesato e concentrato negli asset che hanno la tendenza di medio periodo positva, definita dalla chiusura dell'indice superiore alla media mobile a 180 giorni 
La tabella qui sotto vi riassume i rendimenti (in euro) dal 1991 a metà dicembre del 2012: i rendimenti sono mediati sulle 10 diverse date di inizio delle strategie. Gli indici azionari sono indici di prezzo dunque non tengono conto (iin positivo) dei dividendi. Allo stesso modo (ma in negativo) non si sono calcolati nè i costi di transazione nè gli spread denaro-lettera che intervengono nei ribilanciamenti.

TAA AA TAAP
1992 3,14% 9,74% -7,60%
1993 22,85% 19,82% 24,23%
1994 -2,22% -5,32% -10,17%
1995 11,55% 13,82% 12,30%
1996 14,47% 16,26% 27,15%
1997 15,94% 15,75% 16,44%
1998 3,39% 1,54% -6,46%
1999 22,91% 31,59% 36,70%
2000 17,97% 12,63% 17,11%
2001 5,04% -8,46% -0,55%
2002 1,55% -9,55% 6,13%
2003 4,85% 0,58% -3,75%
2004 -0,47% 3,70% 0,34%
2005 14,63% 24,20% 18,45%
2006 -1,45% 0,31% -8,23%
2007 4,36% 1,78% 10,22%
2008 17,95% -12,47% 22,14%
2009 3,49% 14,95% 7,85%
2010 12,91% 21,90% 20,71%
2011 -1,01% 1,24% -4,51%
2012 3,48% 8,96% 4,37%
average return 8,35% 7,76% 8,71%
standard deviation  8,16% 11,88% 13,38%
Si noti come la TAA sia positiva in tutti gli anni nei quali l'AA è stata negativa. Il peggiore anno per la TAA è stato il 1994 con un rendimento pari al -2,2%, mentre per l'AA è stato il 2008 con un -12,5% (tutto sommato discreto, grazie ai contributi positivi dalle obbligazioni e dalle materia prime). La TAA ha avuto addirittura un rendimento positivo nel 2008 favorita anche dalla posizione corta sull'indice Stoxx 600.

Per rispondere a una domanda di un lettore di qualche settimana fa ho ripetuto l'esperimento impiegando la media mobile a 50 giorni anzichè quella a 180 giorni, simulando quindi l'utilizzo della tendenza di breve periodo positiva. I risultati sono decisamente meno incoraggianti con una riduzione dell rendimento medio della TAA di quasi due punti percentuali:

TAA AA TAAP
1992 7,52% 9,74% 9,87%
1993 21,07% 19,82% 27,13%
1994 -5,43% -5,32% -9,92%
1995 8,28% 13,82% 9,57%
1996 13,04% 16,26% 26,98%
1997 14,07% 15,75% 9,71%
1998 8,12% 1,54% 14,03%
1999 13,95% 31,59% 27,19%
2000 7,35% 12,63% 8,67%
2001 4,03% -8,46% 0,17%
2002 2,24% -9,55% 13,20%
2003 2,84% 0,58% 5,39%
2004 -1,91% 3,70% -5,95%
2005 13,34% 24,20% 21,37%
2006 -0,28% 0,31% -5,79%
2007 4,95% 1,78% 8,84%
2008 11,39% -12,47% 10,63%
2009 -2,00% 14,95% -8,35%
2010 9,24% 21,90% 15,86%
2011 -1,38% 1,24% -6,46%
2012 5,78% 8,96% 3,92%
average return 6,49% 7,76% 8,38%
standard deviation  6,66% 11,88% 11,57%
Naturalmente anche la volatilità si riduce, poichè la scelta di una media mobile più veloce aumenta la porporzione di tempo nel quale il capitale è investito in liquidità. Aumenta però anche il numero di switch e dunque i costi di transazione, diminuendo allo stesso tempo la quantità di dividendi percepiti.

lunedì 24 dicembre 2012

La venerazione del Toro e i profitti che non crescono più. Aggiornamento al 21 dicembre 2012



Il 2012 si avvia alla conclusione: ci sono ragioni di ottimismo e di pessimismo. Il mondo non è finito venerdì scorso ma le borse si sono accorte che il tempo rimasto per evitare il fiscal cliff è davvero pochino e dopo un inizio di settimana spumeggiante hanno innestato la retromarcia. Tuttavia i due asset con i rendimenti migliori sono stati l'indice immobiliare globale (+1,2%) e l'azionario USA (+1%). Se repubblicani e democratici troveranno un accordo bipartisan sul taglio delle spese e degli sgravi fiscali forse assisteremo ad un rally
degli indici azionari. Almeno secondo le previsioni di molti, l'ottimismo generalizzato fa un po' paura: The median forecast for the S&P 500 (.INX) (^GSPC) by end of 2013 was 1,550, according to 47 respondents surveyed in the latest Reuters poll of equity strategists. That is just off the index's all-time intraday high of 1,576.09 on October 11, 2007.
By mid-2013, the S&P 500 is seen rising to 1,500, for a roughly 5 percent increase from Wednesday's close of 1428.48.
Troppo ottimisti? Se ci si limita alla crescita degli utili negli ultimi mesi le previsioni sono state riviste sostanzialmente al ribasso, e sembra difficile che i mercati possano raggiungere gli obiettivi sperati nei prossimi mesi. L'impatto del fiscal cliff sui profitti delle società si è già fatto sentire nell'ultimo trimestre del 2012  e la crescita dei profitti per il quarto trimestre del 2012 è stata rivista al ribasso da oltre il 9 % di tre mesi fa a meno del 3%. Ma le valutazioni sono ancora attraenti, in Europa e persino negli Stati Uniti: il rapporto Prezzo/Utili dell'indice Dax30 è intorno a 12 e sale a circa 12,6 per il mercato inglese, mentre quello per l'indice Dow Jones è circa 13,7, tutti valori inferiori alla media decennale. Dopo cinque anni di crisi e oltre un decennio privo di soddisfazioni per gli investitori in azioni è facile credere alle favole e voler vedere il bicchiere mezzo pieno, anzichè mezzo vuoto. Questo la Fed lo sa bene e fa di tutto per sostenere le valutazioni e creare spazio per un'espansione dei multipli: come scrive Alessandro Fugnoli nel suo commento di questa settimana
La storia del Giappone dal 1989 a oggi è in fondo l’obiezione più inquietante all’idea di uscire dall’obbligazionario ed entrare sull’azionario. Come il Giappone, tutto l’Occidente invecchia, si indebita, monetizza e cresce poco. Come non manca mai di ricordare David Rosenberg, i bond decennali giapponesi, negli anni, hanno reso molto più della borsa. C’è però una differenza decisiva. La vitalità e la profittabilità delle imprese americane (e, in qualche misura, anche europee) è ben maggiore rispetto a quelle giapponesi. Certo, gli utili (e ancora di più i margini) hanno probabilmente finito di salire, ma i multipli sono ancora espandibili, mentre le cedole dei bond non lo sono.

Lasciamo la venerazione del Toro agli analisti e ai gestori di portafoglio e torniamo all'analisi delle strategie seguite da Alfa o Beta? Questa settimana il miglior rendimento è stato quello della   strategia momentum and mean reversion  che ha guadagnato lo 0,9%. Buoni i rendimenti anche delle altre strategie: la tendenza di medio periodo positiva ha segnato un progresso dello 0,7%, così come la  top2; l strategia passiva  ha chiuso l'ottava con un +0,6% e fanalino di coda la top 3 che ha guadagnato lo 0,5%. 

La tabella qui sotto riassume il profilo rischio/rendimento delle cinque strategie ( top2, top3,  tendenza di medio periodo positiva,  momentum and mean reversion asset allocation passiva) negli ultimi 4 anni:



Nella figura è raffigurato l'andamento di un euro investito nelle cinque strategie dal 3 gennaio 2009 ad oggi.


E' bene ricordare che i rendimenti calcolati non tengono neppure conto dei costi di transazione e del prelievo fiscale. Mi preme comunque sottolineare che le analisi e le simulazioni descritte in questo blog sono da considerarsi sempre e comunque risultati teorici e relativi al passato. Chiunque decidesse di utilizzare le strategie descritte o qualsiasi altra informazione tratta da questo blog per decisioni di investimento se ne assume completamente la responsabilità.

Non ci sono cambiamenti nelle posizioni della classifica settimanale, recuperano le azioni statunitensi che hanno nuovamente la tendenza di breve periodo positiva. 

portafogli della strategie seguite sono gli stessi della scorsa settimana e hanno le composizioni seguenti (tutti i portafogli sono equipesati): 
  •  top2:   obbligazioni trentennali dell'eurozona e indice Eurostoxx (invariato);
  •  top3:  obbligazioni trentennali dell'eurozona,  cambio euro/dollaro, indice Eurostoxx (invariato);
  •  tendenza di medio periodo positiva: cambio euro/dollaro,  indice immobiliare globale, indice Eurostoxx, indice Standard and Poor's 500 e obbligazioni trentennali dell'eurozona (invariato);
  • momentum and mean reversion: indice Eurostoxx e indice Standard and Poor's 500 (invariato);
  • strategia passiva:  indice immobiliare globale, materie prime,  indice Eurostoxx, indice Standard and Poor's 500 e obbligazioni trentennali dell'eurozona.
In questo post trovate le risposte ad alcune delle domande  più frequenti relative alla metodologia che utilizzo per la costruzione della tabella e dei portafogli che aggiorno settimanalmente.
In questo post ho descritto quali ETF negoziati a Milano  replicano (in positivo o in negativo) gli indici che sono settimanalmente tracciati qui su Alfaobeta. Se volete fare delle analisi da soli, in questo post ho spiegato come procurarsi gratuitamente le serie storiche dei prezzi e dei NAV degli ETF mentre qui potete trovare qualche informazione sui costi di transazione nel mercato dei cambi.

Ecco l'aggiornamento al 21 dicembre 2012. Buon Natale a tutti!


domenica 23 dicembre 2012

Aggiornamento del portafoglio Benjamin Graham


Oggi ribilanciamo il porafoglio Benjamin Graham descritto in questo post. Il portafoglio è al suo quindicesimo ribilanciamento: i precedenti sono stati nel 2011 il  25 febbraioil 31 marzo , il 29 aprile, il 30 maggio il primo luglio, il 22 agosto il primo ottobre, il 12 novembre e il 17 dicembre e nel 2012 il 4 febbraio, il 24 marzo,  il 29 maggio, il 16 luglio, il 3 ottobre e il 13 novembre.

I 10 titoli selezionati da www.stockscreen123.com alla data del 21 dicembre, secondo i criteri descritti nel post del 3 ottobre scorso,  sono:


Esce dunque dal portafoglio CSH (con un rendimento pari al +11,0% in sei settimane) sostituita da ALG.
Il rendimento del portafoglio dall'ultimo ribilanciamento (13 novembre scorso ) a oggi è stato pari  al 6,9%, migliore dell'indice SP500 che nello stesso periodo ha avuto un rendimento pari al +5,4%.

Dalla sua nascita all'inizio del 2011 ad oggi è stato del 35,2%,  superiore al rendimento dell'indice di riferimento che dal 1 gennaio 2011 ad oggi ha guadagnato circa  il 18,5% (sia per l'indice che per il portafoglio i rendimenti tengono conto dei dividendi).

 Il portafoglio ha avuto rendimenti molto migliori dell'indice nell'ultimo semestre. Il valore in dollari USA del portafoglio è pari a 13517 USD con un rendimento totale dalla data di creazione (31 dicembre 2010) di circa +3517 dollari.

Appuntamento ai primi di febbraio.

domenica 16 dicembre 2012

Aggiornamento al 14 dicembre 2012


La banca centrale statunitense ha annunciato che non innalzerà i tassi di interesse fino a quando il tasso disoccupazione non scenderà al di sotto del 6,5% mentre in Europa si è finalmente deciso di affidare la supervisione bancaria alla BCE: il risultato non era difficile da prevedere...l'euro si rafforza mentre il dollaro si indebolisce e il miglior asset dell'ottava è proprio il cambio euro/dollaro che si rivaluta dell'1,8%. Positive anche le azioni europee (+1%) e le obbligazioni trentennali dell'eurozona (+0,7%).
Tra le strategie seguite da Alfa o Beta? il miglior rendimento questa settimana è stato quello della   top 3 che ha guadagnato l'1,2% seguita dalla top2 in rialzo dello 0,8%. Negative invece le altre strategie, colpite dalla debolezza del dollaro: la tendenza di medio periodo positiva ha perso lo 0,1% mentre è andata peggio alla strategia momentum and mean reversion  che ha perso lo 0,6% e all strategia passiva (-0,8%).

La tabella qui sotto riassume il profilo rischio/rendimento delle cinque strategie ( top2, top3,  tendenza di medio periodo positiva,  momentum and mean reversion asset allocation passiva) negli ultimi 4 anni:


Nella figura è raffigurato l'andamento di un euro investito nelle cinque strategie dal 3 gennaio 2009 ad oggi.


E' bene ricordare che i rendimenti calcolati non tengono neppure conto dei costi di transazione e del prelievo fiscale. Mi preme comunque sottolineare che le analisi e le simulazioni descritte in questo blog sono da considerarsi sempre e comunque risultati teorici e relativi al passato. Chiunque decidesse di utilizzare le strategie descritte o qualsiasi altra informazione tratta da questo blog per decisioni di investimento se ne assume completamente la responsabilità.

Non ci sono cambiamenti nelle posizioni della classifica settimanale, si indeboliscono le azioni statunitensi che non hanno più la tendenza di breve periodo positiva. 

portafogli della strategie seguite sono gli stessi della scorsa settimana e hanno le composizioni seguenti (tutti i portafogli sono equipesati): 

  •  top2:   obbligazioni trentennali dell'eurozona e indice Eurostoxx (invariato);
  •  top3:  obbligazioni trentennali dell'eurozona,  cambio euro/dollaro, indice Eurostoxx (invariato);
  •  tendenza di medio periodo positiva: cambio euro/dollaro,  indice immobiliare globale, indice Eurostoxx, indice Standard and Poor's 500 e obbligazioni trentennali dell'eurozona (invariato);
  • momentum and mean reversion: indice Eurostoxx e indice Standard and Poor's 500 (invariato);
  • strategia passiva:  indice immobiliare globale, materie prime,  indice Eurostoxx, indice Standard and Poor's 500 e obbligazioni trentennali dell'eurozona.
In questo post trovate le risposte ad alcune delle domande  più frequenti relative alla metodologia che utilizzo per la costruzione della tabella e dei portafogli che aggiorno settimanalmente.
In questo post ho descritto quali ETF negoziati a Milano  replicano (in positivo o in negativo) gli indici che sono settimanalmente tracciati qui su Alfaobeta. Se volete fare delle analisi da soli, in questo post ho spiegato come procurarsi gratuitamente le serie storiche dei prezzi e dei NAV degli ETF mentre qui potete trovare qualche informazione sui costi di transazione nel mercato dei cambi.

Ecco l'aggiornamento al 14 dicembre 2012. 


sabato 8 dicembre 2012

Aggiornamento al 7 dicembre 2012


Si è conclusa una settimana poco mossa che ha per lo più prodotto variazioni frazionarie degli indici, con l'eccezione dell'indice immobiliare globale e dell'indice SP500 valutati in euro.
Tra le strategie seguite da Alfa o Beta? il miglior rendimento questa settimana è stato quello della  momentum and mean reversion  con un 
rialzo dello 0,8%. La top2 ha guadagnato lo 0,6%, così come la strategia tendenza di medio periodo positiva,  la  strategia passiva 
ha avuto un redimento pari allo 0,5% mentre il fanalino di coda è stata la strategia top 3 con un modesto rialzo (+0,3%).
La tabella qui sotto riassume il profilo rischio/rendimento delle cinque strategie ( top2, top3,  tendenza di medio periodo positiva,  momentum and mean reversion asset allocation passiva) negli ultimi 4 anni:


Nella figura è raffigurato l'andamento di un euro investito nelle cinque strategie dal 3 gennaio 2009 ad oggi.


E' bene ricordare che i rendimenti calcolati non tengono neppure conto dei costi di transazione e del prelievo fiscale. Mi preme comunque sottolineare che le analisi e le simulazioni descritte in questo blog sono da considerarsi sempre e comunque risultati teorici e relativi al passato. Chiunque decidesse di utilizzare le strategie descritte o qualsiasi altra informazione tratta da questo blog per decisioni di investimento se ne assume completamente la responsabilità.

Non ci sono cambiamenti di rilievo nella classifica settimanale:  segnalo solamente che tutti gli asset hanno la tendenza di breve periodo e di medio periodo positive tranne le materie prime che continuano il loro declino. 

portafogli della strategie seguite sono dunque gli stessi della scorsa settimana e hanno le composizioni seguenti (tutti i portafogli sono equipesati): 

  •  top2:   obbligazioni trentennali dell'eurozona e indice Eurostoxx (invariato);
  •  top3:  obbligazioni trentennali dell'eurozona,  cambio euro/dollaro, indice Eurostoxx (invariato);
  •  tendenza di medio periodo positiva: cambio euro/dollaro,  indice immobiliare globale, indice Eurostoxx, indice Standard and Poor's 500 e obbligazioni trentennali dell'eurozona (invariato);
  • momentum and mean reversion: indice Eurostoxx e indice Standard and Poor's 500 (invariato);
  • strategia passiva:  indice immobiliare globale, materie prime,  indice Eurostoxx, indice Standard and Poor's 500 e obbligazioni trentennali dell'eurozona.
In questo post trovate le risposte ad alcune delle domande  più frequenti relative alla metodologia che utilizzo per la costruzione della tabella e dei portafogli che aggiorno settimanalmente.
In questo post ho descritto quali ETF negoziati a Milano  replicano (in positivo o in negativo) gli indici che sono settimanalmente tracciati qui su Alfaobeta. Se volete fare delle analisi da soli, in questo post ho spiegato come procurarsi gratuitamente le serie storiche dei prezzi e dei NAV degli ETF mentre qui potete trovare qualche informazione sui costi di transazione nel mercato dei cambi.

Ecco l'aggiornamento al 7 dicembre 2012. 


sabato 1 dicembre 2012

La crescita che non c'è e il future sul lievito...Aggiornamento al 30 novembre 2012.


In un op-ed sul NYTimes di lunedì scorso Warren Buffett si è ribellato all'idea che l'aumento delle tasse sui reddito annui superiori ai 500mila dollari possa scoraggiare gli investimenti. Il multimiliardario americano non usa giri di parole: appoggia la proposta del presidente Obama di eliminare i tagli decisi da G.W. Bush per gli americani ad alto reddito e si spinge addirittura a proporre una tassa minima del 30% sui redditi oltre il
 milione di dollari, che salirebbe al 35% per quelli superiori ai dieci milioni.  Buffett è impietoso e deciso:

In 1992, the tax paid by the 400 highest incomes in the United States (a different universe from the Forbes list) averaged 26.4 percent of adjusted gross income. In 2009, the most recent year reported, the rate was 19.9 percent. It’s nice to have friends in high places. 

Naturalemente c'è chi contesta con forza le cifre riportate da Buffett che inoltre sostiene come l'aumento delle tasse non provocherebbe una fuga dagli investimenti, ricordando come

Between 1951 and 1954, when the capital gains rate was 25 percent and marginal rates on dividends reached 91 percent in extreme cases, I sold securities and did pretty well. In the years from 1956 to 1969, the top marginal rate fell modestly, but was still a lofty 70 percent — and the tax rate on capital gains inched up to 27.5 percent. I was managing funds for investors then. Never did anyone mention taxes as a reason to forgo an investment opportunity that I offered. 

Spero che abbia ragione, il mondo è un po' cambiato da allora ed è certamente più facile spostare i propri capitali da un paese all'altro...

L'idea di un'aliquota sul reddito del 30% fa rabbrividire moltissimi americani...mentre in Italia la situazione è ben diversa: l'IRPEF sale già al 38% sopra i 28mila euro, al 41% oltre i 55mila e al 43% per i redditi oltre i 75mila euro (neppure 100mila dollari!). E gli americani neppure hanno l'IVA! Se poi si tiene conto degli altri tributi, secondo alcuni la pressione fiscale in Italia è ormai al 55%, la più alta del mondo (accompagnata da 150 miliardi di euro di imposte evase, corrispondenti a un'economia sommersa pari al 17,5% del PIL). E le manovre che ci hanno somministrato a dosi da cavallo negli ultimi due anni, che avrebbero dovuto secondo i documenti di programmazione economica del ministero dell'economia e delle finanze abbattere il rapporto deficit/PIL sono finite in fumo, mangiate dalla recessione. Così questa settimana abbiamo scoperto come secondo l'OCSE  le previsioni per il 2013 siano di una contrazione dell'1%, dopo un bel -2,2% nel 2012 (altro che il +1,3% previsto dal governo solo sei mesi fa! complimenti!) portando così il rapporto debito/PIL ad oltre il 130%....il tutto accompagato da una disoccupazione che è prevista in aumento fino a quasi il 12% (e che per i giovani in età compresa fra i 15 e i 24  è già ora pari al 36,5%).
Perchè vi racconto queste cose oggi? Forse perchè penso a che prospettive avranno tra qualche anno i miei figli, oppure perchè nel forno sotto casa mi hanno appena chiesto 3 euro per 60 grammi di lievito... E io che perdo tempo a cercare strategie di investimento: un bel future sul lievito e siamo a posto...Al mio posto Sebastiano Barisoni, il conduttore di Focus Economia su Radio 24, avrebbe probabilmente reagito con la sua tradizionale citazione cinematografica... Naturalmente...si parva licet componere magnis....

Comunque i mercati sono in balia del dibattito sul precipizio fiscale statunitense: se il capogruppo repubblicano Boehner esce contento da un incontro con il presidente il Dow Jones va su, se invece sottolinea le distanze e la necessità di tagliare le spese l'indice Dow va giù...Oltre alle discussioni legate al fiscal cliff la settimana però ha visto anche dei cambiamenti sostanziali nel gotha dei regolatori finanziari: il canadese Mark Carney, già governatore della banca centrale canadese, sarà il primo governatore straniero della Bank of England; negli U.S.A. si cerca un successore per Mary Shapiro che lascerà la S.E.C.

L'ottava si è comunque chiusa in positivo per tutti gli asset seguiti da Alfa o Beta? tranne le materie prime, in calo di appena lo 0,1% in euro.
Tra le strategie seguite da Alfa o Beta? il miglior rendimento questa settimana è stato quello della  top2 che ha guadagnato l'1,2%, trascinata dal cospicuo rimbalzo delle obbligazioni trentennali dell'eurozona (+2.3%) seguita dalla  top3  con l'1,1%. dalla strategia tendenza di medio periodo positiva 0,9%, la  strategia passiva (+0,8%) mentre il fanalino di coda è stata la strategia momentum and mean reversion  con un modesto rialzo (+0,2%).

La tabella qui sotto riassume il profilo rischio/rendimento delle cinque strategie ( top2, top3,  tendenza di medio periodo positiva,  momentum and mean reversion asset allocation passiva) negli ultimi 4 anni:


Si noti come negli ultimi quattro anni la strategia momentum and mean reversion abbia avuto rendimenti molto buoni anche tenendo conto del rischio, con un indice di Sharpe di circa 1,2 e massimo drawdown poco superiore al 14%, tollerabile ma non trascurabile per un investitore prudente. L'allocazione passiva è stata decisamente più rischiosa da questo punto di vista, con una perdita massima di quasi il 16% nei quattro anni in esame. Per un investitore molto prudente (e paziente) la scelta più naturale sarebbe probabilmente stata quella della strategia tendenza di medio periodo positiva che ha limitato la perdita massima ad appena il 9% malgrado un rendimento annualizzato di circa il 7,3%.

Nella figura è raffigurato l'andamento di un euro investito nelle cinque strategie dal 3 gennaio 2009 ad oggi.


E' bene ricordare che i rendimenti calcolati non tengono neppure conto dei costi di transazione e del prelievo fiscale. Mi preme comunque sottolineare che le analisi e le simulazioni descritte in questo blog sono da considerarsi sempre e comunque risultati teorici e relativi al passato. Chiunque decidesse di utilizzare le strategie descritte o qualsiasi altra informazione tratta da questo blog per decisioni di investimento se ne assume completamente la responsabilità.

Nella classifica settimanale quattro asset hanno la tendenza di breve periodo positiva e tutti tranne le materie prime hanno la tendenza di medio periodo positiva.

Le obbligazioni europee mantengono la prima posizione, che occupano ininterrottamente dal 28 settembre scorso mentre il secondo posto è occupato dall'indice Eurostoxx che ha scalzato il cambio euro/dollaro, sceso al terzo posto. L'indice immobiliare globale rimane al quarto posto,  le azioni USA occupano il penultimo e le materie prime rimangono in ultima posizione. I portafoglii della strategie seguite hanno le composizioni seguenti (tutti i portafogli sono equipesati): 

  •  top2:   obbligazioni trentennali dell'eurozona e indice Eurostoxx;
  •  top3:  obbligazioni trentennali dell'eurozona,  cambio euro/dollaro, indice Eurostoxx (invariato);
  •  tendenza di medio periodo positiva: cambio euro/dollaro,  indice immobiliare globale, indice Eurostoxx, indice Standard and Poor's 500 e obbligazioni trentennali dell'eurozona (invariato);
  • momentum and mean reversion: indice Eurostoxx e indice Standard and Poor's 500;
  • strategia passiva:  indice immobiliare globale, materie prime,  indice Eurostoxx, indice Standard and Poor's 500 e obbligazioni trentennali dell'eurozona.
In questo post trovate le risposte ad alcune delle domande  più frequenti relative alla metodologia che utilizzo per la costruzione della tabella e dei portafogli che aggiorno settimanalmente.
In questo post ho descritto quali ETF negoziati a Milano  replicano (in positivo o in negativo) gli indici che sono settimanalmente tracciati qui su Alfaobeta. Se volete fare delle analisi da soli, in questo post ho spiegato come procurarsi gratuitamente le serie storiche dei prezzi e dei NAV degli ETF mentre qui potete trovare qualche informazione sui costi di transazione nel mercato dei cambi.

Ecco l'aggiornamento al 30 novembre 2012.