lunedì 25 giugno 2012

Aggiornamento al 22 giugno 2012

La Grecia ha votato e tutta l'Europa ha tirato un sospiro di sollievo. Anzi no. Dopo poche ore di iniziale esultanza (ricopertura delle posizioni corte) l'entusiasmo si è spento. Le cose non vanno per niente bene. Ma per fortuna c'è il vertice dell'Eurozona tra un paio di giorni. Così i mercati aspettano. Aspettano Godot, che arriverà e risolverà tutti i problemi. Eccolo qui, aspettando Godot, vi invito a notare i costumi degli attori, che bene si adattano alle magnifiche sorti e progressive che attendono gli abitanti dei PIIGS...





L'ottava appena conclusa  ha visto un solo asset con una variazione di prezzo superiore all'1% (le materie prime, -1,0% in euro) mentre tutti gli altri hanno fatto un po' di su e giù per lo più inconcludenti. 


La strategia  top2  questa settimana ha avuto un rendimento pari al +0,1% mentre la top3 è rimasta pressochè invariata (+0,03%).
Nel 2012 i rendimenti rispettivi sono stati finora pari al +3,95% e al +5,4%.  Nel 2009 le stessa strategie avevano reso rispettivamente il 12.2% e il 2.4%, nel 2010 il 22.4% e il 18.2% mentre hanno chiuso negativamente il 2011 (-13,2% e -6,6%). Il rendimento composto annualizzato dal 1 gennaio del 2009 ad oggi è rispettivamente pari a +6,5% e +5,1% con massimo drawdown 16,9% e 15,1% e volatilità  11,3% e 10,9%. Negli ultimi dodici mesi entrambe le strategie sono state considerevolmente meno volatili: la volatilità della  top2 è stata del 9,1% e quella della  top3 un (relativamente) tranquillo 8,4%.


La composizione del portafoglio della strategia che investe negli asset con  tendenza di medio periodo positiva questa settimana era la stessa  della  top3   e ha così guadagnato lo 0,03%.  Nel 2012 il rendimento finora è stato pari al +0,8%. Positivo il 2009 +11,7%  e il 2010 con un rendimento pari al +12.1% leggermente negativo invece il 2011 con un -3,3%.   Il rendimento composto annualizzato dal 1 gennaio del 2009 ad oggi è  pari al  +5,9%, con un massimo drawdown del 9,2% e volatilità 10,2%.


La tabella qui sotto riassume il profilo rischio/rendimento delle tre strategie negli ultimi 3 anni:




Nella figura è raffigurato l'andamento di un euro investito nelle tre strategie dal 3 gennaio 2009 ad oggi.




E' bene ricordare che i rendimenti calcolati non tengono neppure conto dei costi di transazione e del prelievo fiscale. Mi preme comunque sottolineare che le analisi e le simulazioni descritte in questo blog sono da considerarsi sempre e comunque risultati teorici e relativi al passato. Chiunque decidesse di utilizzare le strategie descritte o qualsiasi altra informazione tratta da questo blog per decisioni di investimento se ne assume completamente la responsabilità.


Non ci sono cambiamenti di rilievo nella classifica settimanale degli asset,  l'ordine in classifica è invariato. Nessun asset ha la tendenza di breve periodo positiva, non un gran buon segno...  Tre asset hanno la  tendenza di medio periodo positiva: l'indice immobiliare globale, le obbligazioni trentennali dell'eurozona e l'indice SP500.


Invariato il  portafoglio della strategia  top2 che continua a dividere  il capitale in due parti uguali tra le obbligazioni trentennali dell'eurozona e  l'indice immobiliare globale.  Invariato il  portafoglio della strategia  top3  che investe  il capitale dividendolo per  1/3 nell'indice SP500,  per 1/3 nelle obbligazioni trentennali dell'eurozona e il rimenente 1/3 nell'indice immobiliare globale. La strategia che investe negli asset che hanno una tendenza di medio periodo positiva  divide il capitale nello stesso modo della strategia  top3.


In questo post trovate le risposte ad alcune delle domande  più frequenti relative alla metodologia che utilizzo per la costruzione della tabella e dei portafogli che aggiorno settimanalmente.
In questo post ho descritto quali ETF negoziati a Milano  replicano (in positivo o in negativo) gli indici che sono settimanalmente tracciati qui su Alfaobeta. Se volete fare delle analisi da soli, in questo post ho spiegato come procurarsi gratuitamente le serie storiche dei prezzi e dei NAV degli ETF mentre qui potete trovare qualche informazione sui costi di transazione nel mercato dei cambi.


Ecco l'aggiornamento al 22 giugno 2012.



domenica 17 giugno 2012

C'era una volta l'eurozona? Aggiornamento al 15 giugno 2012



Oggi la Grecia vota e tutta l'Europa guarda all'esito del voto con il fiato sospeso. Se l'esito delle urne non favorirà i partiti che hanno con più convinzione sostenuto la permanenza del paese nell'eurozona la fuga dei capitali dalle banche greche accelelerà lasciando alla BCE il compito di garantire un sistema bancario insolvente e un paese intrappolato in una paurosa spirale deflazionaria. L'incertezza elettorale ha prodotto un paese con l'economia paralizzata: secondo l'Economist many people have simply stopped paying their bills, hoarding cash as they wait to see what unfolds. Anche il turismo ne ha risentito (e l'evidenza anedottica sembra suggerire che l'Italia possa averne tratto qualche piccolo vantaggio, con i tedeschi e i nordeuropei che si ridistribuiscono sui paesi mediterranei nei quali la polemica con la Germania è stata meno forte) con vistosi cali delle prenotazioni e delle presenze straniere. 


La situazione è davvero molto preoccupante. Se la Grecia rimarrà nell'euro saranno necessari ulteriori aiuti e bailouts. Se invece la Grecia sarà lasciata al suo destino, i mercati si domanderanno chi è il prossimo, e la situazione già complicata di paesi come la Spagna e forse anche l'Italia si farà davvero molto difficile. John Mauldin riassume così la situazione: 




Europe is down to two choices. Either allow the eurozone to break up or go for a full fiscal
union with central budget controls. The latter option ultimately means eurobonds and a central
taxing authority. It also means that national labor unions will cede control to technocrats and
politicians in Brussels. And that will mean the changing of labor laws. Will Europe blink when
faced with central control and a European parliament that really makes a difference?
The rest of Europe is watching Greece implode. Spain has almost 25% unemployment.
Italy has rejected basic labor reforms. The entire continent seems to be in denial.
Investors in bonds expect to get paid back. That is a very simple concept. And if investors
worry about getting paid back, they ask for higher interest or simply walk away. There are other
places to put money to work. Like Switzerland. Apparently, entire segments of European citizenry
seem to think that government funding is a fundamental right, something that comes with no
strings attached. “Give me what I want in terms of pensions and work. And health care. Protect me
from change and market forces in my job. And tax someone else, preferably someone else who has
more than I do, so I can enjoy all these benefits.”
There is a limit to how much debt the market will be willing to tolerate. What that limit is,
no one actually knows until it is reached, and then it is too late. The limit has evidently been
reached now in Spain. It will soon be “now” in Italy and even France, minus serious reforms.
German credit default swaps are rising every week.


La lenta agonia dell'eurozona spinge gli investitori alla ricerca della sicurezza, identificata con le obbligazioni di Germania, Svizzera e degli U.S.A, dimenticando che investire in un'obbligazione decennale a un tasso dell'1-2% molto probabilmente li condanna a un rendimento reale negativo a scadenza, tranne se si crede che la deflazione prossima ventura oltre a essere cospicua sia durevole (io invece credo che, con i paesi sviluppati che cercano una via di uscita dalla montagna di debito su cui siedono, tra un paio d'anni assisteremo a una ripresa dell'inflazione, auspicabilmente non superiore al 6-7%). Così la pensa anche Burton Malkiel che sul Financial Times di martedì scorso scriveva: 

Investors have been fleeing to “safety”. US 10-year Treasury yields fell to less than 1.5 per cent earlier in June, a level not seen since 1946 when interest rates were pegged. German 10-year yields fell to an all-time low near 1 per cent. Some very short-term Federal rates were negative, implying that investors were willing
to pay governments considered financially stable for the privilege of holding their money. Global equity markets have fallen sharply. 
Investors appear to be far more concerned with the return of, rather than a return on, their money. Since 2008, more than $1tn has been moved from equity funds to bond funds. Similar shifts from equities to bonds have characterised US pension fund allocations.
But does this flight to so-called havens really provide investors with the protection they desire? Or, are bond buyers making a huge mistake that is likely to guarantee them a period of negative real (after inflation) returns? The answer is almost certainly the latter. Bonds today in countries such as Japan, Germany, and the US are more expensive than at any time in history. Bond investors face virtually sure losses and equities
are as attractive as they have been in a generation. (...)
It is important to remember what happened to bond investors the last time that Treasury bond yields were at 1.5 per cent, in 1946. Bond yields remained pegged at low rates until the early 1950s to enable the government to more easily finance the debts from the second world war. Therefore, bond prices remained fairly stable. But moderate inflation reduced the real value of both coupon payments and the face value of the bonds, and bondholders lost considerable purchasing power. And that was only the beginning of the pain.
Interest rates began to rise to more normal levels and bond prices started to fall. Oil and food shocks then boosted inflation further and, by the end of the 1970s, bond yields had increased to double-digit levels. Thus, bond owners not only earned negative real income returns but also suffered punishing capital losses. No wonder a “bond” came to be considered an unmentionable four-letter word and bond investors came to believe they had in effect been slaughtered. Investors should be mindful of history. The current era of financial
repression may well lead once again to the euthanasia of the bondholding class.
Secondo Malkiel equities are reasonably priced and are downright cheap in comparison with bond alternatives. Price-to-earnings multiples and multiples of book values are below recent averages. Dividend yields on stocks are well above bond yields. The dividend yield on AT&T stock is double that on AT&T 10-year bonds, and AT&T has been increasing its dividend at about 5 per cent per year.

Emerging market equities are even cheaper. Before the worldwide recession that started in late 2007, developed-market P/E multiples were 10 per cent higher than those in emerging markets. Today emerging-market multiples are more than 10 per cent below those in developed markets. And emerging markets have better fiscal balances, lower debt-to-GDP ratios, and younger populations.




Nella tabella qui accanto trovate i rapporti P/E e il dividend yield di una selezione di paesi.



L'ottava appena conclusa ha visto un sell-off delle obbligazioni trentennali dell'eurozona (-2,2%): composto con la correzione della scorsa settimana la discesa dal massimo dell'1 giugno è pari al 4,4%, benchè dal 1 gennaio ad oggi il rendimento sia positivo (+6%). In ribasso anche l'indice delle materie prime (-1,2% in euro) e l'indice immobiliare globale (-0,1% in euro, in rialzo del 12,2% da inizio anno). I mercati azionari hanno continuato i rialzi della settimana precedente con meno decisione (+1,1% l'indice Eurostoxx e +0,3% l'indice SP500 in euro) mentre continua la ripresa del cambio euro/dollaro (+1,0%), la debolezza dell'euro è stata in parte compensata dai deludenti dati macroeconomici statunitensi e dell'ipotesi di un ulteriore round di quantitative easing da parte della Fed.


La strategia  top2  questa settimana ha avuto un rendimento pari al -1,2% mentre la top3 ha segnato un -0,7%.
Nel 2012 i rendimenti rispettivi sono stati finora pari al +3,95% e al +5,4%.  Nel 2009 le stessa strategie avevano reso rispettivamente il 12.2% e il 2.4%, nel 2010 il 22.4% e il 18.2% mentre hanno chiuso negativamente il 2011 (-13,2% e -6,6%). Il rendimento composto annualizzato dal 1 gennaio del 2009 ad oggi è rispettivamente pari a +6,5% e +5,1% con massimo drawdown 16,9% e 15,1% e volatilità  11,3% e 10,9%. Negli ultimi dodici mesi entrambe le strategie sono state considerevolmente meno volatili: la volatilità della  top2 è stata del 9,1% e quella della  top3 un (relativamente) tranquillo 8,4%.


La composizione del portafoglio della strategia che investe negli asset con  tendenza di medio periodo positiva questa settimana era la stessa  della  top3   e ha così perso lo 0,7%.  Nel 2012 il rendimento finora è stato pari al +0,8%. Positivo il 2009 +11,7%  e il 2010 con un rendimento pari al +12.1% leggermente negativo invece il 2011 con un -3,3%.   Il rendimento composto annualizzato dal 1 gennaio del 2009 ad oggi è  pari al  +5,9%, con un massimo drawdown del 9,2% e volatilità 10,2%.


La tabella qui sotto riassume il profilo rischio/rendimento delle tre strategie negli ultimi 3 anni:




Nella figura è raffigurato l'andamento di un euro investito nelle tre strategie dal 3 gennaio 2009 ad oggi.




E' bene ricordare che i rendimenti calcolati non tengono neppure conto dei costi di transazione e del prelievo fiscale. Mi preme comunque sottolineare che le analisi e le simulazioni descritte in questo blog sono da considerarsi sempre e comunque risultati teorici e relativi al passato. Chiunque decidesse di utilizzare le strategie descritte o qualsiasi altra informazione tratta da questo blog per decisioni di investimento se ne assume completamente la responsabilità.


Non ci sono cambiamenti di rilievo nella classifica settimanale degli asset,  l'ordine in classifica è invariato. Nessun asset ha la tendenza di  breve periodo positiva tranne le obbligazioni trentennali dell'eurozona.  Tre asset hanno la  tendenza di medio periodo positiva: l'indice immobiliare globale, le obbligazioni trentennali dell'eurozona e l'indice SP500.


Invariato il  portafoglio della strategia  top2 che continua a dividere  il capitale in due parti uguali tra le obbligazioni trentennali dell'eurozona e  l'indice immobiliare globale.  Invariato il  portafoglio della strategia  top3  che investe  il capitale dividendolo per  1/3 nell'indice SP500,  per 1/3 nelle obbligazioni trentennali dell'eurozona e il rimenente 1/3 nell'indice immobiliare globale. La strategia che investe negli asset che hanno una tendenza di medio periodo positiva  divide il capitale nello stesso modo della strategia  top3.


In questo post trovate le risposte ad alcune delle domande  più frequenti relative alla metodologia che utilizzo per la costruzione della tabella e dei portafogli che aggiorno settimanalmente.
In questo post ho descritto quali ETF negoziati a Milano  replicano (in positivo o in negativo) gli indici che sono settimanalmente tracciati qui su Alfaobeta. Se volete fare delle analisi da soli, in questo post ho spiegato come procurarsi gratuitamente le serie storiche dei prezzi e dei NAV degli ETF mentre qui potete trovare qualche informazione sui costi di transazione nel mercato dei cambi.


Ecco l'aggiornamento al 15 giugno 2012.



martedì 12 giugno 2012

Strano ma vero...in Svizzera i tassi di interesse fino a cinque anni sono negativi

I curiosi effetti collaterali della fuga dall'euro: da zerohedge

The entire bond curve through the 5 year point is now negative (for the first time ever). At this rate, courtesy of the FX peg and the SNB's free put option, whereby EURs are converted into CHFs at a furious pace even as the facade of a collapsing Eurozone is itself crumbling, and the proceeds are use to buy Swiss bonds ever further into negative territory, we may soon have an entire bond curve trading at negative territory. Which, paradoxically, would lead to that Keynesian wet dream: the more debt Switzerland issues, the more money it would make courtesy of negative interest expense, literally, and the faster it would pay down its debt. Curiously, this may not be a bad offset to losses that the SNB is currently experiencing due to its currency peg. And some thought bizarro world was a sitcom construct.

domenica 10 giugno 2012

Aggiornamento all'8 giugno 2012


L'ottava appena conclusa ha visto rialzi anche consistenti dei mercati azionari (+3,3% l'indice Eurostoxx e +3,1% l'indice SP500 in euro) e una netta correzione delle obbligazioni governative trentennali dell'eurozona (-2,2%). In progresso anche l'indice immobiliare globale (+2,4%), il cambio euro/dollaro (+0,6%) e persino  le materie prime (+1,1%). 


La strategia  top2  questa settimana ha avuto un rendimento pari al +0,1% mentre la top3 ha segnato un progresso di appena lo 0,04%.
Nel 2012 i rendimenti rispettivi sono stati finora pari al +5,2% e al +6,1%.  Nel 2009 le stessa strategie avevano reso rispettivamente il 12.2% e il 2.4%, nel 2010 il 22.4% e il 18.2% mentre hanno chiuso negativamente il 2011 (-13,2% e -6,6%). Il rendimento composto annualizzato dal 1 gennaio del 2009 ad oggi è rispettivamente pari a +6,9% e +5,4% con massimo drawdown 16,9% e 15,1% e volatilità  11,4% e 11,0%. Negli ultimi dodici mesi entrambe le strategie sono state considerevolmente meno volatili: la volatilità della  top2 è stata del 9,0% e quella della  top3 un (relativamente) tranquillo 8,4%.


La composizione del portafoglio della strategia che investe negli asset con  tendenza di medio periodo positiva questa settimana era la stessa della  top2  e ha così guadagnato 0,1%.  Nel 2012 il rendimento finora è stato pari al +1,5%. Positivo il 2009 +11,7%  e il 2010 con un rendimento pari al +12.1% leggermente negativo invece il 2011 con un -3,3%.   Il rendimento composto annualizzato dal 1 gennaio del 2009 ad oggi è  pari al  +6,2%, con un massimo drawdown del 9,2% e volatilità 10,2%.


La tabella qui sotto riassume il profilo rischio/rendimento delle tre strategie negli ultimi 3 anni:




Nella figura è raffigurato l'andamento di un euro investito nelle tre strategie dal 3 gennaio 2009 ad oggi.




E' bene ricordare che i rendimenti calcolati non tengono neppure conto dei costi di transazione e del prelievo fiscale. Mi preme comunque sottolineare che le analisi e le simulazioni descritte in questo blog sono da considerarsi sempre e comunque risultati teorici e relativi al passato. Chiunque decidesse di utilizzare le strategie descritte o qualsiasi altra informazione tratta da questo blog per decisioni di investimento se ne assume completamente la responsabilità.


Il cambiamento principale nella classifica settimanale degli asset viene dall'indice azionario americano S&P500 che ha prontamente recuperato la tendenza di medio periodo positiva, mentre l'ordine in classifica degli asset è invariato. Nessun asset ha la tendenza di  breve periodo positiva tranne le obbligazioni trentennali dell'eurozona.  Tre asset hanno la  tendenza di medio periodo positiva: l'indice immobiliare globale, le obbligazioni trentennali dell'eurozona e l'indice SP500.


Invariato il  portafoglio della strategia  top2 che continua a dividere  il capitale in due parti uguali tra le obbligazioni trentennali dell'eurozona e  l'indice immobiliare globale. Da questa settimana invece la strategia   top3  investe  il capitale dividendolo per  1/3 nell'indice SP500,  per 1/3 nelle obbligazioni trentennali dell'eurozona e il rimenente 1/3 nell'indice immobiliare globale. La strategia che investe negli asset che hanno una tendenza di medio periodo positiva  divide il capitale nello stesso modo della strategia  top3.


In questo post trovate le risposte ad alcune delle domande  più frequenti relative alla metodologia che utilizzo per la costruzione della tabella e dei portafogli che aggiorno settimanalmente.
In questo post ho descritto quali ETF negoziati a Milano  replicano (in positivo o in negativo) gli indici che sono settimanalmente tracciati qui su Alfaobeta. Se volete fare delle analisi da soli, in questo post ho spiegato come procurarsi gratuitamente le serie storiche dei prezzi e dei NAV degli ETF mentre qui potete trovare qualche informazione sui costi di transazione nel mercato dei cambi.


Ecco l'aggiornamento all'8 giugno 2012.



martedì 5 giugno 2012

La crisi dell'eurozona ha aiutato la Germania a conservare la AAA

Come mai la Germania ha mantenuto un rating AAA e gli U.S.A. lo hanno perso?

La domanda non è accademica: le condizioni del debito sovrano dei due paesi sono confrontabili, benchè la traiettoria recente del debito sia stata meno virtuosa negli Stati Uniti.

Se si tiene conto però del peso che il debito pubblico complessivo (includendo le pensioni) ha relativamente al reddito disponibile, la situazione tedesca non è molto migliore di quella del Belgio e persino dell'Italia, e addirittura nettamente peggiore di Portogallo, Spagna e Grecia (si veda la tabella qui accanto, tratta da  http://workforall.net/CDS-Credit-default-Swaps.html), una situazione assolutamente diversa da quella degli U.S.A.
Ciononostante i mercati si fidano della Germania e ne amano le emissioni obbligazionarie al punto da prestare
 soldi per due anni senza chiedere nulla in cambio, nemmeno un pochino di interesse. Certo, la Germania deve attingere assai meno ai mercati per rifinanziare il proprio debito nel 2012-2013, con solo il 9-10% del GDP offerto sui mercati obbligazionari contro il 30% degli U.S.A. (che pure riescono ad approvigionarsi a tassi bassissimi, con buona pace di chi invoca i bond vigilantes per punire la dissennatezza finanziaria delle amministrazioni U.S.A. degli ultimi anni). 

Una possibile spiegazione è che la crisi dell'eurozona abbia provocato una fuga verso il Bund come bene rifugio, unico asset percepito come veramente risk-free tra quelli denominati in euro (o almeno come la migliore approssimazione di un asset risk-free disponibile sul mercato), segnalando quindi sul mercato obbligazionario un miglioramento del rating del debito sovrano tedesco proprio mentre sul mercato dei Credit Default Swaps si assisteva a un deterioramento del merito creditizio. E' questo fenomeno, leggibile sulla dinamica congiunta dei CDS e delle obbligazioni, che ha segnato il divorzio tra la Germania e gli USA e che ha reso possibile il downgrade del debito americano mentre quello tedesco ha mantenuto la AAA. Se vi ho incuriosito, e volete comprendere meglio il meccanismo della divergenza tra la dinamica del merito creditizio (implicito nelle quotazioni di mercato) degli USA e della Germania potete leggere questo articolo (in collaborazione con Niccolò Cottini e Aldo Nassigh) nel quale analizziamo la dinamica degli spread dei CDS e delle obbligazioni negli ultimi 5 anni e dal quale ho tratto le due figure riprodotte qui sotto. 

Nella prima si riassumono i movimenti di Germania, Stati Uniti e Francia in un piano i cui due assi coordinati misurano gli spread delle obbligazioni  quinquennali con il LIBOR (in ordinata) e quello del Credit Default Swap pure con scadenza quinquennale (in ascissa). La differenza del comportamento tra la Germania e gli altri due paesi durante la crisi dell'Eurozona è evidente: solo in questo caso l'aumento del CDS quinquennale si accompagna ad una vistosa riduzione dei tassi obbligazionari (ancora una volta guidato dall'affannosa corsa verso un investimento risk-free denominato in euro). Nella figura qui sotto ci concentriamo sul confronto tra USA e Germania, riportando 923 osservazioni giornaliere (dal settembre 2008 al marzo 2012): senza il calo dei tassi un downgrade della Germania sarebbe stato difficilmente evitabile.

domenica 3 giugno 2012

Aggiornamento all'1 giugno 2012

Leggo sul Sole 24 Ore di oggi che George Soros, uno che di economia e di finanza ne capisce davvero, sostiene che l'Europa ha 100 giorni di tempo prima che la crisi prenda dimensioni tali e una dinamica così irreversibile da sfuggire completamente al controllo sia dei politici che dei banchieri centrali. Sono contento che ci siano 100 giorni: l'impressione a volte è che ce ne siano ancora meno, con il sistema bancario sempre più in sofferenza (almeno a giudicare dalle notizie provenienti dalla Spagna), la crisi economica che sembra diffondersi ben oltre i confini dell'Eurozona (pessime notizie venerdì dagli USA sul fronte della crescita e dell'occupazione, dopo altre cattive notizie dalla Cina, dall'India e persino dall'Australia. Non c'è da stupirsi che l'indice Dow Jones abbia venerdì messo a segno la peggiore seduta dell'anno, con un calo del 2,2% e una discesa dai massimi dell'anno di quasi il 9% mentre i tassi di interesse sulle obbligazioni decennali del Tesoro U.S.A. sono scesi ad appena l'1,45% (!!) e quelli trentennali ad un misero 2,5%. Il tasso sul Bund a 10 anni è sceso nella giornata di venerdì fino a toccare il record storico dell'1,18%, e anche la corona svedese è percepita come bene rifugio con il decennale svedese che rende appena l'1,17%. 


 L'attesa è chiaramente per una fase deflattiva, che la Fed (e forse anche la BCE) combatterà con una certa decisione. Se la deflazione non sarà troppo violenta, e la crisi dell'Eurozona non prenderà una china devastante lo scenario potrebbe alla fine rivelarsi non troppo cattivo per i mercati azionari, almeno quello americano, come già abbiamo discusso in questo post


Per il momento tuttavia la reazione naturale degli investitori è stata la fuga verso i beni rifugio, le obbligazioni americane, tedesche e svizzere in primis, e dopo le notizie di venerdì anche l'oro ha dato qualche segnale di ripresa. L'ottava così non ha risparmiato nessuno degli asset seguiti da Alfa o Beta? tranne le obbligazioni governative trentennali dell'eurozona (+2,4%). Negativi gli indici azionari (-2,4% l'indice SP500 in euro e -4% l'indice Eurostoxx), le materie prime hanno ceduto il 4,2%, l'indice immobiliare globale ha perso l'1,2% mentre l'euro ha avuto un piccolo sussulto di ripresa dopo i pessimi dati macroeconomici statunitensi di venerdì concludendo l'ottava con un calo dello 0,7%. 



Asset rendimento settimanale rendimento dal 31.12.2011
Euro Government Bond 30yr 2,39% 10,80%
Ftse EPRA/NAREIT Global -1,15% 9,79%
CRB -4,18% -8,38%
Eur/USD -0,68% -4,08%
S&P500 -2,36% 5,94%
EuroStoxx -3,96% -7,53%



La strategia  top2  questa settimana ha avuto un rendimento pari al +0,6% e la top3 pari al -0,4%. 
Nel 2012 i rendimenti rispettivi sono stati finora pari al +5,1% e al +6,1%.  Nel 2009 le stessa strategie avevano reso rispettivamente il 12.2% e il 2.4%, nel 2010 il 22.4% e il 18.2% mentre hanno chiuso negativamente il 2011 (-13,2% e -6,6%). Il rendimento composto annualizzato dal 1 gennaio del 2009 ad oggi è rispettivamente pari a +6,9% e +5,4% con massimo drawdown 16,9% e 15,1% e volatilità  11,4% e 11,0%. Negli ultimi dodici mesi entrambe le strategie sono state considerevolmente meno volatili: la volatilità della  top2 è stata del 9,1% e quella della  top3 un (relativamente) tranquillo 8,5%.


La composizione del portafoglio della strategia che investe negli asset con  tendenza di medio periodo positiva questa settimana era la stessa della  top3 e ha così perso lo 0,4%.  Nel 2012 il rendimento finora è stato pari al +1,8%. Positivo il 2009 +11,7%  e il 2010 con un rendimento pari al +12.1% leggermente negativo invece il 2011 con un -3,3%.   Il rendimento composto annualizzato dal 1 gennaio del 2009 ad oggi è  pari al  +6,2%, con un massimo drawdown del 9,2% e volatilità 10,3%.


La tabella qui sotto riassume il profilo rischio/rendimento delle tre strategie negli ultimi 3 anni:




Nella figura è raffigurato l'andamento di un euro investito nelle tre strategie dal 3 gennaio 2009 ad oggi.




E' bene ricordare che i rendimenti calcolati non tengono neppure conto dei costi di transazione e del prelievo fiscale. Mi preme comunque sottolineare che le analisi e le simulazioni descritte in questo blog sono da considerarsi sempre e comunque risultati teorici e relativi al passato. Chiunque decidesse di utilizzare le strategie descritte o qualsiasi altra informazione tratta da questo blog per decisioni di investimento se ne assume completamente la responsabilità.


Il cambiamento principale nella classifica settimanale degli asset viene dall'indice azionario americano S&P500 che non ha più la tendenza di medio periodo positiva, mentre l'ordine in classifica degli asset è invariato. Nessun asset ha la tendenza di breve periodo positiva tranne le obbligazioni trentennali dell'eurozona.  Due asset hanno la  tendenza di medio periodo positiva: l'indice immobiliare globale e le obbligazioni trentennali dell'eurozona. 


Invariato il  portafoglio della strategia  top2 che continua a dividere  il capitale in due parti uguali tra le obbligazioni trentennali dell'eurozona e  l'indice immobiliare globale. Da questa settimana invece la strategia   top3  investe  il capitale dividendolo per  1/3 in liquidità,  per 1/3 nelle obbligazioni trentennali dell'eurozona e il rimenente 1/3 nell'indice immobiliare globale. La strategia che investe negli asset che hanno una tendenza di medio periodo positiva  divide il capitale nello stesso modo della strategia  top2.


In questo post trovate le risposte ad alcune delle domande  più frequenti relative alla metodologia che utilizzo per la costruzione della tabella e dei portafogli che aggiorno settimanalmente.
In questo post ho descritto quali ETF negoziati a Milano  replicano (in positivo o in negativo) gli indici che sono settimanalmente tracciati qui su Alfaobeta. Se volete fare delle analisi da soli, in questo post ho spiegato come procurarsi gratuitamente le serie storiche dei prezzi e dei NAV degli ETF mentre qui potete trovare qualche informazione sui costi di transazione nel mercato dei cambi.


Ecco l'aggiornamento al primo giugno 2012.



venerdì 1 giugno 2012

Fuga dalle azioni, ma attenti a quel Bond!

 E' stato un brutto mese di maggio per i mercati azionari in tutto il mondo: era lecito aspettarsi che i cattivi dati macroeconomici e  le turbolenze innescate dalla crisi politica in Grecia si facessero sentire sul mercato spagnolo (-18,9% in maggio) e, purtroppo, anche su quello italiano (-17,8%). Un po' più sorprendente è vedere l'indice Bovespa crollare (-18,3%) e forse qualche elemento di riflessione potrebbe ispirare anche i tedeschi a più miti consigli, con l'indice Dax che ha perso il 13,5%. Quello che la Germania perde sui mercati azionari è parzialmente compensato dalla fuga verso i beni rifugio, in primis proprio le obbligazioni tedesche, che ormai hanno un rendimento nullo anche sulla scadenza biennale! C'è da chiedersi se davvero una frammentazione dell'eurozona potrebbe lasciare la Germania indenne: secondo Satyajit Das sul Financial Times di oggi la risposta è negativa: il mercato dei Bund non riflette adeguatamente il rischio paese, la Germania è molto più vulnerabile di quanto sembri a prima vista, sia per la sua dipendenza dalle esportazioni (il cui impatto sul GDP è doppio rispetto al Giappone e addirittura il triplo degli U.S.A.) sia e soprattutto per l'esposizione finanziaria alla crisi dell'eurozona attraverso i meccanismi di garanzia come l'EFSF. 


Secondo Das la Germania è il maggior creditore in Target2 con un'esposizione di oltre 800 miliardi di euro, pari a quasi un terzo del GDP tedesco e un default greco causerebbe perdite dirette di circa 90 miliardi.

La fuga verso i beni rifugio ha anche riguardato le obbligaizoni governative U.S.A. che hanno visto un abbassamento dei tassi considerevole nell'ultima settimana, specialmente sulle scadenze lunghe. Accompagnate da un vistoso indebolimento dell'euro hanno prodotto cospicue plusvalenze a chi ha investito nei Treasuries con scadenze dai 10 anni in su.

I mercati obbligazionari sono però decisamente nervosi e forse un po' di realismo e di prudenza non sarebbero inopportuni: sentite ad esempio le considerazioni dell'editorialista del Financial Times James Mackintosh  che osserva come l'appiattimento della curva dei tassi sia stato considerevole e repentino, un brutto segno che riporta alla memoria il 2008:

This has led to the rapid flattening of the yield curve in euro swaps, the cost of swapping fixed for floating rate money and one of the most liquid markets. The gap between five- and 30-year swaps this month fell the fastest since 2008. Back then it presaged problems to come. The less liquid markets get, the more vulnerable they are when hit by bad news.