E' stato un brutto mese di maggio per i mercati azionari in tutto il mondo: era lecito aspettarsi che i cattivi dati macroeconomici e le turbolenze innescate dalla crisi politica in Grecia si facessero sentire sul mercato spagnolo (-18,9% in maggio) e, purtroppo, anche su quello italiano (-17,8%). Un po' più sorprendente è vedere l'indice Bovespa crollare (-18,3%) e forse qualche elemento di riflessione potrebbe ispirare anche i tedeschi a più miti consigli, con l'indice Dax che ha perso il 13,5%. Quello che la Germania perde sui mercati azionari è parzialmente compensato dalla fuga verso i beni rifugio, in primis proprio le obbligazioni tedesche, che ormai hanno un rendimento nullo anche sulla scadenza biennale! C'è da chiedersi se davvero una frammentazione dell'eurozona potrebbe lasciare la Germania indenne: secondo Satyajit Das sul Financial Times di oggi la risposta è negativa: il mercato dei Bund non riflette adeguatamente il rischio paese, la Germania è molto più vulnerabile di quanto sembri a prima vista, sia per la sua dipendenza dalle esportazioni (il cui impatto sul GDP è doppio rispetto al Giappone e addirittura il triplo degli U.S.A.) sia e soprattutto per l'esposizione finanziaria alla crisi dell'eurozona attraverso i meccanismi di garanzia come l'EFSF.
Secondo Das la Germania è il maggior creditore in Target2 con un'esposizione di oltre 800 miliardi di euro, pari a quasi un terzo del GDP tedesco e un default greco causerebbe perdite dirette di circa 90 miliardi.
La fuga verso i beni rifugio ha anche riguardato le obbligaizoni governative U.S.A. che hanno visto un abbassamento dei tassi considerevole nell'ultima settimana, specialmente sulle scadenze lunghe. Accompagnate da un vistoso indebolimento dell'euro hanno prodotto cospicue plusvalenze a chi ha investito nei Treasuries con scadenze dai 10 anni in su.
I mercati obbligazionari sono però decisamente nervosi e forse un po' di realismo e di prudenza non sarebbero inopportuni: sentite ad esempio le considerazioni dell'editorialista del Financial Times James Mackintosh che osserva come l'appiattimento della curva dei tassi sia stato considerevole e repentino, un brutto segno che riporta alla memoria il 2008:
This has led to the rapid flattening of the yield curve in euro swaps, the cost of swapping fixed for floating rate money and one of the most liquid markets. The gap between five- and 30-year swaps this month fell the fastest since 2008. Back then it presaged problems to come. The less liquid markets get, the more vulnerable they are when hit by bad news.
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