Se non ci fosse il rischio di una tragedia il momento avrebbe anche degli aspetti comici... Tutti a sparare addosso al leader greco Papandreu per aver deciso di chiedere l'approvazione con un referendum del piano di salvataggio. Una decisione che rivela un'astuzia che soprende solo i più sprovveduti e coloro che si ostinano a pensare all'Europa dimenticando di che pasta sono fatti gli europei (e in particolare quelli che si affacciano sul Mediterraneo), ma che allo stesso tempo ricorda alla signora Merkel e al signor Sarkozy che fino a prova contraria la Grecia è ancora un paese con un briciolo di sovranità nazionale e che forse, quando si chiede sacrifici di una portata straordinaria è anche bene che ci sia un minimo di condivisione nel paese, se si vuole evitare che i tumulti di piazza diventino ancora peggiori.
Ma c'è anche chi sostiene che la decisione di Papandreu sia positiva perchè immette una necessaria dose di realismo nel dibattito politico sul futuro della Grecia, dell'eurozona, e anche dell'Italia:
L'Italia nel frattempo è sempre più nel mirino: lo spread tra i BTP e i Bund cresce in modo preoccupante, specialmente sulle scadenze brevi (un pessimo segno...): il decennale ieri ha toccato 456 pb ma il biennale è volato oltre quota 500, sfiorando i 515 pb. Ma non dobbiamo preoccuparci: ne verremo fuori, anche perchè grandi menti sono al lavoro. Ad esempio un notissimo economista italiano ha dichiarato ieri a Finanza e Mercati (edizione di oggi, pagina 2 in basso, con foto):
Il fallimento dell'Italia? Non è inevitabile: «Sbaglia - conclude (omissis) - chi dice che non ce la faremomai. Basta che le famiglie riducano i consumi, consumino i risparmi e accettino progressivamente l'impoverimento».
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