domenica 20 novembre 2011

L'ultima imperatrice. Aggiornamento al 18 novembre 2011

Questa settimana Alessandro Fugnoli dedica Il Rosso e il Nero all'ultima imperatrice, Angela Merkel. In una Europa che non è stata in grado di darsi una costituzione, ma che dettaglia le misure massime e minime consentite per gli ortaggi, Angela regna sovrana, con abilità di ventriloquo:

...l’Europa sta consegnando il potere di ultima istanza (quello vero) al direttorio franco-tedesco e al potere discrezionale della Bce di tenere in vita gli stati dell’Eurozona.
Il direttorio franco-tedesco è un organismo non previsto dai trattati in cui la signora Merkel spiega a Sarkozy quello che dovrà dire in conferenza stampa e Sarkozy ottiene in cambio qualche concessione per la Francia. Il Consiglio Europeo e l’Eurogruppo ratificano le decisioni della signora Merkel senza cambiarne una virgola. La differenza con il Soviet Supremo è che non c’è la standing ovation.
La signora Merkel detiene quindi il potere legislativo europeo. Il potere esecutivo la signora Merkel lo detiene indirettamente e lo esercita attraverso la Banca centrale europea. Il board della Bce è naturalmente formato da persone di grande valore, ma quello che Draghi chiama il remit, ovvero l’ambito d’azione, è quello delle regole scritte e soprattutto non scritte stabilite dalla Germania.
Questa è la costituzione materiale dell’Europa. Una monarchia assoluta in cui non c’è violenza e tutto è consensuale. Non è la Merkel a prevaricare, sono semplicemente spariti tutti gli altri.





La signora Merkel è abbastanza soddisfatta di come stanno andando le cose. La Grecia è stato uno spiacevole incidente, ma l’Italia e la Spagna velocemente mettendosi in regola. Irlanda e Portogallo hanno accettato da tempo di soffrire e si stanno comportando bene. La Francia cerca di darsi un tono e passa da una manovrina all’altra. Ne dovrà fare tante, pensa la signora Merkel, ma basterà fare leva sul suo orgoglio. Alla fine, grazie allo spread, anche i francesi andranno in pensione a 67 anni.
La signora Merkel è leggermente preoccupata, ma non tanto, dalla recessione in cui è entrata l’Europa meridionale. L’Italia pagherà il prezzo più alto, con una contrazione del Pil dell’uno per cento e forse anche di più. Compreranno meno automobili tedesche, pensa la Merkel, ma reggeranno loro e reggeremo noi. La Spagna avrà una nuova maggioranza, fiscalmente rigorosa. Se gli spagnoli, con il 21 per cento di disoccupati, si scelgono un governo che taglierà la spesa pubblica e sono contenti, allora anche noi tedeschi siamo contenti. E poi insomma, che non si sappia troppo in giro, ma la Spagna, come nota maliziosamente Junker, ha meno debito della Germania.
La signora Merkel sa di avere usato la mano pesante con l’Italia. Svuotare di senso i Cds (stabilire cioè che la ristrutturazione del debito greco non è un default e non fa quindi scattare la copertura assicurativa dei Cds) ha indotto le banche francesi e tedesche, che avevano Btp assicurati da Cds, a vendere i titoli italiani. Anche la regola caduta dal cielo, quella di valutare improvvisamente a prezzi di mercato i titoli italiani che fino al giorno prima potevano stare a bilancio a 100 (o al costo) ha accelerato il fuggi fuggi. 
Il rubinetto che da luglio allaga il mercato di Btp rimarrà quindi aperto ancora almeno un paio di mesi se le banche francesi e tedesche continueranno a vendere al ritmo delle ultime settimane. Lo spread, per forza di cose, non calerà molto.
La signora Merkel, consigliata da Schauble, aveva pensato di dare un aiuto all’Italia (che dovrà sopportare tasse, tagli, recessione, spread e molte prediche in un colpo solo) potenziando l’Efsf. Deciso in luglio, approvato ai primi di ottobre dai 17 parlamenti europei, visionato dalla Corte costituzionale tedesca (che funge ormai da corte suprema europea), approvato solennemente dal Consiglio europeo, l’Efsf 2.0 a leva controllata è stato visto l’ultima volta la sera del 27 ottobre a Bruxelles. Da allora nessuno ne ha notizia. Il governo slovacco si è sacrificato per lui (la signora Radicova ha dovuto dimettersi), sembrava della massima urgenza approvarlo, questione di vita o di morte. Ed ecco che è sparito.


Al posto dell'ESFS il lavoro di contenimento della crisi è affidato per ora alla BCE, che Fugnoli paragona a un hedge fund. Lo strategist di Kairos è in fondo ottimista sul destino dell'euro, vedendolo sopravvivere, benchè indebolito:

Nell’Europa che non ama i fondi hedge, la Bce diventa il terzo grande hedge fund del pianeta e si indebita a leva allo 0.50 per tenere titoli che rendono il 7.30. Il 7.30 sarà pagato dai contribuenti italiani e l’utile dell’operazione conseguito dalla Bce verrà distribuito in tutta Europa, Germania inclusa. Un altro hedge fund è la Fed, che paga 0.25 e incassa 10-15 volte tanto dai titoli che compra dalle banche. Il fondo più grande di tutti sono gli Stati Uniti nel loro insieme. Si indebitano massicciamente a tasso zero verso l’estero e investono il ricavato in attività produttive in giro per il mondo con un ritorno elevato.
Chi investe dovrà fare i conti con la pressione sugli spread ancora per qualche tempo. Questo significa ansia, volatilità e scarsa possibilità di vedere i Btp ritornare ai livelli di due mesi fa. L’euro (inteso come unione monetaria) riuscirà per questa volta a restare in piedi. Lo dice anche Feldstein, che non lo ama affatto. L’euro (inteso come valuta) continuerà a indebolirsi. L’azionario globale, in particolare negli Stati Uniti, rimarrà sostenuto da un’economia che (in America e in Asia) continua a reggere e dal posizionamento molto prudente dei portafogli.

Può darsi che le cose vadano in questo modo. Ma è fondamentale evitare una nuova crisi bancaria, che invece sembra sempre più probabile. Il Wall Street Journal osserva come In 2008, central banks were able to ease strains by slashing interest rates and pumping liquidity into the system. But this time around, interest rates are low and liquidity is abundant: Banks have €230.9 billion deposited overnight at the European Central Bank. They bid to deposit another €260.5 billion for seven days this past week at an €187 billion auction designed to sterilize ECB government-bond purchases. The ECB has announced new one-year refinancing operations and pledged unlimited cash to banks until the middle of 2012.

Davvero due pesi e due misure non trovate?

Infatti dopo le dovute riforme ai trattati e implementate le opportune (!?) politiche restrittive in Italia e in Spagna occorerà che la BCE si metta a fare sul serio, con riacquisti di obbligazioni governative ben oltre i 20 miliardi settimanali che le sono eccezionalmente consentiti in questo momento. Secondo John Mauldin la dissoluzione dell'eurozona è inevitabile, con l'espulsione quantomeno di Grecia e Portogallo. La partita si gioca sul futuro di Spagna e Italia, e non sarà molto divertente nè per gli spagnoli nè per noi


Europe has too much sovereign debt, which is on the books of its banks, which have too much debt; and there is a huge trade imbalance between core and peripheral Europe. All three problems must be solved in order to prevent the Eurozone from imploding. And while the debt is the “sore thumb” today, the trade imbalance is the biggest problem. As I outlined in Endgame, it is impossible for a country to balance its government and business deficits while running a trade deficit. This is an accounting identity and is true for all countries at all times. Greece and others are in a monster predicament. No amount of austerity will work until their labor costs drop (for both private and government workers) and their trade deficits are brought into alignment.
I pointed out that the Eurozone must find at least €3 trillion (give or take) to pay for the sovereign debt “haircuts” and bank losses. Some argue it is only €2 trillion and others argue for €6 trillion. Whatever it is, it is such a large number that it cannot be found by borrowing or creating a special fund. The ONLY way to deal with it is to allow the ECB to print, essentially putting a floor underneath Eurozone bonds, especially those of Italy and Spain, both of which governments are too big to save by conventional means. (...) 
No matter what Europe does, not matter what Germany and France do, Europe is in for a lot of pain. Recession most assuredly and likely a severe one, if not a depression. While I think that eventually Germany allows the ECB to print, that is not a foregone conclusion. (...)
The game that Merkel and Sarkozy are playing is a very serious one. The markets are right to be focused on Europe, because the Europeans could bring the whole thing down on our collective heads. We must hope they get it right and that someone really decides what to do, instead of bluffing.
For what it’s worth, I really am at the point where I do not think the euro will survive with the current mix of countries, nor do I think that Germany thinks so either. Greece is likely to go, as is Portugal. Can Spain really get its deficit under control in time? Do we see a “two-euro” world, one in the northern states and one in the southern? And to which one does France go? Looking at the politics, one might think the answer is obvious, but if you just look at the numbers, it is clearly not. France is in many respects a Mediterranean country. So many choices and none of them good.
Again, all we really need is for Europe to not let their banks implode. Is that asking too much?
La settimana ha visto tutti gli asset seguiti da Alfa o Beta? chiudere in negativo. L'indice delle obbligazioni governative dell'Eurozona che ha perso il 2% e non ha più la tendenza di medio periodo positiva. Male anche le materie prime (-0.9%) e soprattutto i mercati azionari (-2.2% l'indice SP500 in euro e -4.4% l'indice eurostoxx) mentre l'indice immobiliare globale è rimasto pressochè invariato (-0.1%). L'euro si è indebolito sul dollaro chiudendo l'ottava con un -1.6%.


La classifica settimanale degli asset vede ora al primo posto l'indice immobiliare globale, al secondo l'indice SP500 e al terzo le obbligazioni trentennali dell'eurozona. Nessun asset ha la tendenza di medio periodo positiva e la spinta del mini-rally di ottobre si è esaurita: nessun asset ha la tendenza di breve periodo positiva  tranne l'indice azionario americano. Tutte e tre le strategie seguite (top2, top3 e quella che investe il capitale dividendolo in parti uguali negli asset che hanno una tendenza di medio periodo positiva) investono al 100% in liquidità.
In questo post trovate le risposte ad alcune delle domande  più frequenti relative alla metodologia che utilizzo per la costruzione della tabella e dei portafogli che aggiorno settimanalmente.

In questo post ho descritto quali ETF negoziati a Milano  replicano (in positivo o in negativo) gli indici che sono settimanalmente tracciati qui su Alfaobeta. Se volete fare delle analisi da soli, in questo post ho spiegato come procurarsi gratuitamente le serie storiche dei prezzi e dei NAV degli ETF mentre qui potete trovare qualche informazione sui costi di transazione nel mercato dei cambi.

Dall'inizio del 2011 il rendimento (valutato in euro) di un portafoglio che ogni settimana investe nei primi 2 asset (top2) della tabella (se hanno la tendenza di medio periodo positiva, in liquidità altrimenti) è pari al
-15.1%, se investito nei primi tre asset (top3) il rendimento è stato del  -7.9%. Questa settimana la top2 ha perso l'1% e la top3 ha perso lo 0.7%.

Nell'intero 2009 le stessa strategie avevano reso rispettivamente il 12.2% e il 2.4% e nel 2010 il 22.4% e il 18.2%.

La strategia che investe negli asset con  tendenza di medio periodo positiva ha avuto nel 2010 un rendimento pari al 12.1% e da inizio 2009 ad oggi ha reso il 17.1%, con un massimo drawdown pari al 9.2% e una volatilità del 10.5%. La strategia ha perso questa settimana il 2% e il rendimento dal primo gennaio 2011 a oggi è stato negativo (-6.9%).

Nella figura è raffigurato l'andamento di un euro investito nelle tre strategie dal 3 gennaio 2009 ad oggi.


La tabella qui sotto riassume il profilo rischio/rendimento delle tre strategie negli ultimi 34 mesi:


E' bene ricordare che i rendimenti calcolati non tengono neppure conto dei costi di transazione e del prelievo fiscale. Mi preme comunque sottolineare che le analisi e le simulazioni descritte in questo blog sono da considerarsi sempre e comunque risultati teorici e relativi al passato. Chiunque decidesse di utilizzare le strategie descritte o qualsiasi altra informazione tratta da questo blog per decisioni di investimento se ne assume completamente la responsabilità.

Ecco l'aggiornamento al 18 novembre 2011.

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