E' domenica mattina, tutta la famiglia dorme ancora, ti svegli e mentre sorseggi il caffè hai la pessima idea di metterti a guardare questo video del Wall Street Journal che dopo 13'45" suggerisce uno scenario nel quale la Spagna diventa la Lehman Brothers dell'Europa....Brrrr....
Sul suo sito il WSJ offre una serie di approfondimenti sui paesi europei più colpiti dalla crisi finanziaria (Islanda, Irlanda, Grecia) oppure nel mirino dei mercati (Portogallo, Spagna...Italia...) oppure che con le loro decisioni influenzano pesantemente l'atteggiamento dei mercati nei confronti del debito sovrano europeo (Germania).
Ma non bisogna esagerare con le preoccupazioni: noi siamo italiani e la probabilità di un default del debito sovrano italiano calcolata dalle valutazioni dei CDS e su un orizzonte temporale di cinque anni sembra essere ancora abbastanza contenuta, inferiore al 15% anche se in rialzo da qualche settimana a questa parte...
Chi invece sta scommettendo sull'Irlanda è bene che sappia quello che fa visto che l'aspettativa di un default è invece stimata intorno al 40%. E' una probabilità indotta dai prezzi dei CDS scambiati sul mercato, e i mercati non sono sempre efficienti, dunque potrebbero essere notevolmente sovra (o sotto...) stimate...ma almeno essere consapevoli dei rischi che si prendono. Tratta dallo stesso articolo di Paolo Manasse su La Voce dal quale ho tratto la figura riprodotta sopra, ecco una tabellina del debito del settore privato e di quello pubblico di alcuni paesi europei: il dato su cui riflettere e del quale si parla un po' meno è che il debito del settore privato irlandese per il 2009 è all'888% del PIL...
A dispetto di tutte le preoccupazioni la settimana appena trascorso non si è chiusa troppo negativamente per gli asset seguiti da Alfa o Beta?
Il mercato azionario U.S.A. ha chiuso praticamente invariato mentre quello europeo ha segnato un progresso pari allo 0.9%. Stabile anche il cambio euro/dollaro che ha registrato un leggero rafforzamento del dollaro (+0.2%). Le incertezze relative alla crisi irlandese e più in generale al debito sovrano dei paesi dell'area euro hanno continuato a farsi sentire sull'indice delle obbligazioni governative europee con scadenza trentennale (-2.2%).
In calo anche l'indice delle materie prime CRB che ha chiuso con un -1.3% se valorizzato in euro e ancor più l'indice immobiliare che ha perso oltre il 2.6%. Il ribasso dell'indice CRB ha penalizzato la strategia top2 che ha chiuso la settimana perdendo lo 0.8% mentre la strategia top 3 che comprende anche l'indice immobiliare ha perso l'1.4%.
Sul suo sito il WSJ offre una serie di approfondimenti sui paesi europei più colpiti dalla crisi finanziaria (Islanda, Irlanda, Grecia) oppure nel mirino dei mercati (Portogallo, Spagna...Italia...) oppure che con le loro decisioni influenzano pesantemente l'atteggiamento dei mercati nei confronti del debito sovrano europeo (Germania).
Ma non bisogna esagerare con le preoccupazioni: noi siamo italiani e la probabilità di un default del debito sovrano italiano calcolata dalle valutazioni dei CDS e su un orizzonte temporale di cinque anni sembra essere ancora abbastanza contenuta, inferiore al 15% anche se in rialzo da qualche settimana a questa parte...
Chi invece sta scommettendo sull'Irlanda è bene che sappia quello che fa visto che l'aspettativa di un default è invece stimata intorno al 40%. E' una probabilità indotta dai prezzi dei CDS scambiati sul mercato, e i mercati non sono sempre efficienti, dunque potrebbero essere notevolmente sovra (o sotto...) stimate...ma almeno essere consapevoli dei rischi che si prendono. Tratta dallo stesso articolo di Paolo Manasse su La Voce dal quale ho tratto la figura riprodotta sopra, ecco una tabellina del debito del settore privato e di quello pubblico di alcuni paesi europei: il dato su cui riflettere e del quale si parla un po' meno è che il debito del settore privato irlandese per il 2009 è all'888% del PIL...
A dispetto di tutte le preoccupazioni la settimana appena trascorso non si è chiusa troppo negativamente per gli asset seguiti da Alfa o Beta?
Il mercato azionario U.S.A. ha chiuso praticamente invariato mentre quello europeo ha segnato un progresso pari allo 0.9%. Stabile anche il cambio euro/dollaro che ha registrato un leggero rafforzamento del dollaro (+0.2%). Le incertezze relative alla crisi irlandese e più in generale al debito sovrano dei paesi dell'area euro hanno continuato a farsi sentire sull'indice delle obbligazioni governative europee con scadenza trentennale (-2.2%).
In calo anche l'indice delle materie prime CRB che ha chiuso con un -1.3% se valorizzato in euro e ancor più l'indice immobiliare che ha perso oltre il 2.6%. Il ribasso dell'indice CRB ha penalizzato la strategia top2 che ha chiuso la settimana perdendo lo 0.8% mentre la strategia top 3 che comprende anche l'indice immobiliare ha perso l'1.4%.
In questo post ho descritto quali ETF negoziati a Milano replicano (in positivo o in negativo) gli indici che sono settimanalmente tracciati qui su Alfaobeta. Se volete fare delle analisi da soli, in questo post ho spiegato come procurarsi gratuitamente le serie storiche dei prezzi e dei NAV degli ETF mentre qui potete trovare qualche informazione sui costi di transazione nel mercato dei cambi.
Dall'inizio del 2010 il rendimento (valutato in euro) di un portafoglio ribilanciato settimanalmente e investito nei primi 2 asset (top2) della tabella è stato di circa il 16.0%, se investito nei primi tre asset (top3) il rendimento scende al 11.2%. Nell'intero 2009 le stessa strategie avevano reso rispettivamente il 12.2% e il 2.4%.
Nella figura è raffigurato l'andamento di un euro investito nelle due strategie dal 3 gennaio 2009 ad oggi.
Il rendimento annuale composto della strategia top2 è del 14.2%, con una volatilità del 12.4%, un massimo drawdown del 7.6% e un indice di Sharpe intorno a 1.
Il rendimento annuale composto della strategia top 3 è del 6.4%, con una volatilità del 12.3%, un massimo drawdown del 15.1% e un indice di Sharpe poco inferiore a 0.5
La strategia che investe nei primi due asset a condizione che la tendenza di medio periodo sia positiva, e in contanti nel caso contrario, ha reso nell'intero 2009 il 13.9%.
La strategia che semplicemente investe in parti uguali in tutti e 6 gli asset seguiti settimanalmente da Alfaobeta ha reso nel 2010 l'8.9% con una volatilità del 10.3%. La stessa strategia dall'1 gennaio 2009 ad oggi ha reso il 28.3% (lo stesso rendimento del portafoglio top2) con un massimo drawdown del 14.8%.
La strategia che semplicemente investe in parti uguali in tutti e 6 gli asset seguiti settimanalmente da Alfaobeta ha reso nel 2010 l'8.9% con una volatilità del 10.3%. La stessa strategia dall'1 gennaio 2009 ad oggi ha reso il 28.3% (lo stesso rendimento del portafoglio top2) con un massimo drawdown del 14.8%.
E' bene ricordare che i rendimenti calcolati non tengono neppure conto dei costi di transazione e del prelievo fiscale. Mi preme comunque sottolineare che le analisi e le simulazioni descritte in questo blog sono da considerarsi sempre e comunque risultati teorici e relativi al passato. Chiunque decidesse di utilizzare le strategie descritte o qualsiasi altra informazione tratta da questo blog per decisioni di investimento se ne assume completamente la responsabilità.
Ecco l'aggiornamento al 19 novembre 2010.
Asset | valuta | tendenza | pendenza | tendenza | pendenza | valore | |
medio | medio | breve | breve | ||||
periodo | periodo | periodo | periodo | ||||
1. | Eur/USD | N/A | POS | NEG | NEG | NEG | 1,3662 |
2. | CRB | USD | POS | NEU | POS | NEU | 298,89 |
3. | Ftse EPRA/NAREIT Global | USD | POS | NEU | NEG | NEG | 2042,92 |
4. | S&P500 | USD | POS | NEU | POS | NEU | 1199,73 |
5. | EuroStoxx | EUR | POS | POS | POS | NEG | 275,37 |
6. | Euro Government Bond 30yr | EUR | POS | NEG | NEG | NEG | 192,06 |
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