giovedì 7 ottobre 2010

Niente più ombrelli nè ombrelloni: la fine della diversificazione internazionale.

Come abbiamo discusso in più di una occasione, il mercato sembra muoversi in modo sempre più sincronizzato con le correlazioni che si avvicinano a 1 anche quando calcolate tra asset storicamente molto diversi tra loro. La correlazione si calcola confrontando i rendimenti storici di una coppia di asset: è vicina a zero quando i rendimenti di un asset sono fondamentalmente indipendenti da quelli dell'altro, è vicina a uno quando i due asset si muovono in quasi perfetta sincronia. Quando un asset ha un rendimento positivo mentre l'altro tende ad avere un rendimento negativo e viceversa la correlazione è negativa.

Sull'argomento è tornato lunedì il Wall Street Journal con un eccellente articolo introduttivo (corredato peraltro da un istruttivo java applet che permette di visualizzare l'andamento delle correlazioni con l'indice S&P500 di diversi asset dal 1994 ad oggi: osservate nella figura qui sopra l'impressionante aumento della correlazione avvenuto a partire dall'ottobre del 2008).
Una strategia tradizionale di diversificazione che non funziona più è ad esempio l'utilizzo di investimenti negli indici azionari di nazioni diverse. La tabella che riproduco qui accanto
(tratta dall'eccellente sito www.assetcorrelation.com) mostra come la correlazione tra i rendimenti di  16 mercati azionari (sia di paesi sviluppati che in via di sviluppo) e l'indice S&P500, calcolata sulla base dei rendimenti giornalieri degli ultimi 6 mesi, sia sempre superiore a 0.8, con la sola eccezioni del Cile.

La conseguenza per gli investitori e per i gestori è l'estrema difficoltà di costruire un portafoglio ben diversificato, migliorando il profilo rischio/rendimento degli investimenti. Conosciamo tutti i vantaggi di un portafoglio ben  diversificato,  esemplificati dal celebre esempio della Ombrelloni S.p.a. e della Ombrelli S.p.a., le uniche due compagnie di una immaginaria isola-stato nella quale una stagione secca e soleggiata si alterna con una piovosa. Se le due compagnie guadagano il 100% nella stagione che favorisce la vendita dei loro prodotti e perdono il 50% nell'altra stagione, le azioni di ciascuna compagnia hanno un rendimento atteso del 25% con una volatilità del 75%, mentre un portafoglio che suddivida equamente l'investimento tra le due azioni, grazie alla perfetta anticorrelazione tra i due titoli, riesce nell'incredibile impresa di assicurare il rendimento atteso del 25% indipendentemente dalla stagione, con una volatilità pari a zero. Purtroppo la realtà dei mercati rende questi sogni sempre più lontani e difficili da realizzare. I risultati più che soddisfacenti dell'asset allocation secondo mio cuggino sono in gran parte dovuti al buon grado di diversificazione che un portafoglio così semplice riesce a realizzare, come mostra la tabella qui sotto, realizzata utilizzando assetcorrelation.com.



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