lunedì 18 febbraio 2013

Addio Italia? Aggiornamento al 15 febbraio.



Tra una settimana gli italiani saranno chiamati alle urne e l'Economist si chiede chi possa salvare il nostro paese.  Il nostro paese ha un rapporto debito/GDP superiore al 130% e la ricchezza per abitante è diminuita in termini reali negli ultimi dieci anni (non parliamo dell'ultimo anno): dal 2000 ad oggi tra i paesi dell'OECD solo Eritrea, Haiti e Zimbabwe hanno fatto peggio di noi!! Il settimanale inglese è però convinto che l'Italia possa ancora cavarsela, se l'esito delle elezioni non sarà disastroso. Io invece temo che l'esito delle elezioni sarà pessimo e comunque non credo che ci sia qualcuno in grado di salvare l'Italia.  Il nostro paese era già molto malato venti anni fa, quando forse ci fu  una possibilità di riprendersi che abbiamo giocato molto male. Ora secondo me è troppo tardi anche se simpatizzo per chi, forse donchisiottescamente, pensa che sia ancora possibile fermare la caduta del paese...Lieto di essere smentito dai fatti, se verranno...

I mercati si sono mossi molto poco questa settimana: 
il progresso maggiore lo ha compiuto l'indice immobiliare globale con un modesto +0,4% in euro, mentre la maglia nera spetta alle materie prime con un calo dello 0,9%.

Le strategie seguite settimanalmente da questo blog hanno tutte avuto progressi o cali compresi tra il +0,1% e il -0,1%.

La tabella qui sotto riassume il profilo rischio/rendimento delle cinque strategie ( top2, top3,  tendenza di medio periodo positiva,  momentum and mean reversion asset allocation passiva) negli ultimi 4 anni:


Nella figura è raffigurato l'andamento di un euro investito nelle cinque strategie dal 3 gennaio 2009 ad oggi.


E' bene ricordare che i rendimenti calcolati non tengono neppure conto dei costi di transazione e del prelievo fiscale. Mi preme comunque sottolineare che le analisi e le simulazioni descritte in questo blog sono da considerarsi sempre e comunque risultati teorici e relativi al passato. Chiunque decidesse di utilizzare le strategie descritte o qualsiasi altra informazione tratta da questo blog per decisioni di investimento se ne assume completamente la responsabilità.

Poco mossa anche la classifica settimanale:  il cambio euro/dollaro è scivolato al quarto posto, superato dall'indice immobiliare globale. La debolezza del mercato azionario europeo ha penalizzato l'indice Eurostoxx che non ha più la tendenza di breve periodo positiva. portafogli della strategie seguite  hanno le composizioni seguenti (tutti i portafogli sono equipesati): 
  •  top2: indice SP500 e indice Eurostoxx (invariato);
  •  top3: indice SP500, indice Eurostoxx e indice immobiliare globale (che sostituisce il cambio euro/dollaro);
  •  tendenza di medio periodo positiva: cambio euro/dollaro,  indice immobiliare globale, indice Eurostoxx, indice Standard and Poor's 500, obbligazioni trentennali dell'eurozona e materie prime (invariato);
  • momentum and mean reversion:    indice Eurostoxx e obbligazioni trentennali dell'eurozona (invariato);
  • strategia passiva:  indice immobiliare globale, materie prime,  indice Eurostoxx, indice Standard and Poor's 500 e obbligazioni trentennali dell'eurozona (invariato per costruzione).
In questo post trovate le risposte ad alcune delle domande  più frequenti relative alla metodologia che utilizzo per la costruzione della tabella e dei portafogli che aggiorno settimanalmente.
In questo post ho descritto quali ETF negoziati a Milano  replicano (in positivo o in negativo) gli indici che sono settimanalmente tracciati qui su Alfaobeta. Se volete fare delle analisi da soli, in questo post ho spiegato come procurarsi gratuitamente le serie storiche dei prezzi e dei NAV degli ETF mentre qui potete trovare qualche informazione sui costi di transazione nel mercato dei cambi.

Ecco l'aggiornamento al 15 febbraio 2013


2 commenti:

Anonimo ha detto...

Sono d'accordo con Lei: l'esito delle elezioni sarà pessimo comunque.

Anche perché pessima è questa classe politica che dovrebbe rappresentarci (e che forse ci meritiamo).

La caduta per ora non si fermerà, e per rialzarci avremo bisogno di un bel crack, nonostante i miliardi e miliardi di tasse allegramente scippati e poi sperperati a destra e a manca.

Buona serata.

Anonimo ha detto...

Signori, siete troppo morbidi nell’interpretare la realtà storica.
Nulla è cambiato dal tempo dei patrizi e dei plebei, dei servi della gleba e dei vassalli, del mezzadro e dei padroni... salvo particolari...
Salvo che adesso l’elite si mimetizza meglio agli occhi delle masse ed opera l’esproprio con mezzi molto più subdoli...
Salvo che si azzardano tasse e tassi mai visti prima: dalla decima, dal 50 % siamo arrivati all’attuale 70 % e passa...
Salvo che poi diffondere oggi questa consapevolezza sottile per sollevarsi è praticamente impossibile...
E’ il “progresso” bellezza...