mercoledì 26 maggio 2010

Formiche, cicale ma soprattutto abbasso il GDP!

Mentre la borsa di New York si avvia a chiudere leggermente in calo, dopo una giornata dall'avvio spumeggiante, con una progressione inversa a quella di ieri, vi propongo qualche buona lettura per la serata:
  • un lungo articolo sul New York Times di qualche giorno fa analizza l'ossessione USA per il net worth. Sono contento di non essere indebitato...
  • sempre sul New York Times magazine di un paio di settimane fa trovate un articolo divertente sulle alternative al G.D.P. come misura del progresso economico di una nazione. Capisco il problema ma il sospetto che la popolarità di questa tematica sia indissolubilmente legata alla crescita sempre più anemica dei paesi ricchi mi rimane...scrive il NYTimes:
(...)All the same, it has been a difficult few years for G.D.P. For decades, academics and gadflies have been critical of the measure, suggesting that it is an inaccurate and misleading gauge of prosperity. What has changed more recently is that G.D.P. has been actively challenged by a variety of world leaders, especially in Europe, as well as by a number of international groups, like the Organization for Economic Cooperation and Development. The G.D.P., according to arguments I heard from economists as far afield as Italy, France and Canada, has not only failed to capture the well-being of a 21st-century society but has also skewed global political objectives toward the single-minded pursuit of economic growth. “The economists messed everything up,” Alex Michalos, a former chancellor at the University of Northern British Columbia, told me recently when I was in Toronto to hear his presentation on the Canadian Index of Well-Being. The index is making its debut this year as a counterweight to the monolithic gross domestic product numbers. “The main barrier to getting progress has been that statistical agencies around the world are run by economists and statisticians,” Michalos said. “And they are not people who are comfortable with human beings.” The fundamental national measure they employ, he added, tells us a good deal about the economy but almost nothing about the specific things in our lives that really matter. (...)
  • si parla spesso del window dressing in finanza, sia per i fondi che per i bilanci delle banche: secondo il Wall Street Journal le maestre in questo campo sono...
  • man mano che gli indici scendono (come abbiamo visto domenica sono in caduta libera quasi tutti gli asset tranne le obbligazioni governative a lungo termine) si moltiplicano i consigli su come approffittarne...
  • le formiche tedesche, cinesi e giapponesi (giapponesi?? e il debito pubblico??) devono sopportare le cicale greche ma anche spagnole, portoghesi, irlandesi, inglesi e persino americane. Quelle tedesche fanno amicizia con le cicale europee, le convincono a promettere di comportarsi come le formiche, nasce l'euro e poi finisce male. Volete i dettagli? Sapere chi ha riscritto in questo modo la celeberrima favola di Esopo (un greco, mica per caso non vi pare)? La risposta? Click!
  • infine una nota di ottimismo per i fautori dell'analisi tecnica: le azioni sono talmente ipervendute (con il prezzo almeno una deviazione standard al di sotto della media mobile a 50 giorni) che la "correzione" potrebbe essere vicina alla fine (o a una pausetta...). Qui trovate un'ulteriore analisi della condizione presente del mercato da un punto di vista leggermente diverso. Ma non esaltatevi troppo: Wall Street ha appena chiuso...in ribasso!

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