Even if it is simply a negotiating ploy, talk of Greece giving up the euro raises sovereign-debt problems that could weigh on the common currency in the near term—re-igniting fears that had dissipated in recent weeks as the euro has surged.
"The potential disastrous result that would occur from such a pullout is the gun to the head of the EU/IMF to soften and extend the terms," of Greece's current financial assistance, said Andy Busch, global foreign exchange strategist at BMO Capital Markets in Chicago. "For the markets, there is no choice but to sell the euro currency, the European financial stocks and European debt to cover the potential massive losses that would occur."
The sharpness of the euro's fall could be explained by how heavily the market had bet the euro would continue its rise. The Commodity Futures Trading Commission on Friday released data indicating a 48% jump in long positions on the common currency, or wagers that the euro would increase in value. The data were compiled as of Tuesday, days before the euro's downturn. The currency's decline may have been accelerated by investors unwinding those bets.
Sulla fragilità dell'eurozona e sulle conseguenze che la ristrutturazione del debito greco avrebbe per il sistema bancario europeo vi consiglio di leggere il commento di Martin Wolf sul Financial Times di martedì scorso e questo articolo del New York Times. Secondo Wolf la migliore via d'uscita dalla crisi dell'eurozona è un rilancio del movimento verso una più stretta integrazione politica, economica e finanziaria. Sono d'accordo con lui ma osservando la dinamica dall'Italia mi viene da essere scettico sulle possibilità di riuscita.
La crisi dell'euro si è accompagnata alla caduta delle materie prime, anticipata dal crollo dell'argento che ha perso il 30% in una manciata di giorni. Un ribasso impressionante che ha riportato alla mente dei commentatori più anziani la caduta dopo il tentativo dei fratelli Hunt di manipolare il mercato tra il 1973 e il 1980. Vi consiglio la lettura di un lungo articolo sul Wall Street Journal per ripercorrere la storia delle bolle speculative nell'argento.
Ci sono però buone ragioni per pensare che l'era delle materie prime a buon mercato appartenga al passato e non torni più: Jeremy Grantham di GMO ha dedicato il suo ultimo commento al mercato a questo argomento e ve ne consiglio la lettura. I movimenti violenti dei cambi e delle valute hanno contribuito a rendere la settimana decisamente interessante e poco noiosa, ma ahimè anche poco profittevole per i portafogli di Alfa o Beta?
L'indice di materie prime CRB ha perso il 9% in dollari, un crollo verticale leggermente ammorbitito per gli investitori europei dal recupero del dollaro (+3.4%) che mitiga la discesa dell'indice CRB in euro a -5.8%. Negativo anche l'indice Eurostoxx che ha chiuso la settimana con un -1.4%. Tutti gli altri asset seguiti settimanalmente da Alfa o Beta? hanno chiuso la settimana positivamente: l'indice S&P500 in euro ha guadagnato l'1.7%, l'indice immobiliare globale ha segnato un +1.6% in euro mentre le obbligazioni governative trentennali dell'eurozona proseguono il tentativo di ripresa in atto da un mese con un progresso dello +0.5%.
Questa settimana la strategia top2 perde il 4.6% e la top3 perde il 2.5%: il drawdown della strategia top2 dal massimo di otto settimane fa è pari all'8.2%; il drawdown della top3 dal massimo del 7 gennaio 2011 è 4.1%.
La settimana scorsa osservavo come la debolezza del dollaro abbia grandemente penalizzato i rendimenti della top2 e della top3, che non coprono il rischio cambio quando sono investite in asset denominati in dollari, pur misurandone la forza relativa in quella valuta. Il recupero messo a segno questa settimana non cancella queste considerazioni: le strategie top2 e top3 con copertura del rischio di cambio effettuata da quando il 14 gennaio 2011 la tendenza di medio periodo dell'euro è diventata positiva avrebbero reso rispettivamente il +2.5% e +4.2%. Osservavo poi come "la forza relativa dell'euro in questo momento è tale che potrebbe essere saggio aspettare una correzione di almeno il 3-4%": la correzione non si è fatta aspettare e se decidete di coprire il cambio questo potrebbe essere un buon momento per iniziare a farlo. Vi raccomando il post della scorsa settimana per un commento sulle diverse strategie che si possono implementare.
Il crollo dell'euro e delle materie prime hanno portato a cambiamenti importanti nella classifica: al primo posto ora è l'indice S&P500 davanti al cambio euro/dollaro mentre l'indice CRB è scivolato al terzo posto: il portafoglio della strategia top2 si divide quindi in parti uguali tra indice S&P500 e cambio euro/dollaro mentre il portafoglio top3 investe in parti eguali in materie prime, indice S&P500 e cambio euro/dollaro.Chi volesse utilizzare la strategia con la copertura del rischio di cambio utilizzando una leva 3x per il cambio può costruire un portafoglio in questo modo:
top2: 37.5% S&P500, 37,5% CRB, 25% copertura cambio
top3: 25% S&P500, 25% CRB, 25% FTSE EPRA-NAREIT, 25% copertura cambio
La settimana scorsa i due portafogli costruiti in questo modo hanno reso rispettivamente -6.5% e -5.6%. Sono contento di aver raccomandato di aspettare una correzione nel cambio euro/dollaro prima di iniziare a implementare un'eventuale copertura!
L'unico asset con tendenza a medio termine negativa sono le obbligazioni governative europee a scadenza trentennale ma segnalo come la tendenza a breve termine sia ora positiva mentre la tendenza a breve termine del cambio euro/dollaro e delle materie prime è ora negativa.
In questo post trovate le risposte ad alcune delle domande più frequenti relative alla metodologia che utilizzo per la costruzione della tabella e dei portafogli che aggiorno settimanalmente.
In questo post ho descritto quali ETF negoziati a Milano replicano (in positivo o in negativo) gli indici che sono settimanalmente tracciati qui su Alfaobeta. Se volete fare delle analisi da soli, in questo post ho spiegato come procurarsi gratuitamente le serie storiche dei prezzi e dei NAV degli ETF mentre qui potete trovare qualche informazione sui costi di transazione nel mercato dei cambi.
Dall'inizio del 2011 il rendimento (valutato in euro) di un portafoglio che ogni settimana investe nei primi 2 asset (top2) della tabella è pari al -6.2%, se investito nei primi tre asset (top3) il rendimento è stato del -1.9%. Nell'intero 2009 le stessa strategie avevano reso rispettivamente il 12.2% e il 2.4% e nel 2010 il 22.4% e il 18.2%.
Nella figura è raffigurato l'andamento di un euro investito nelle due strategie dal 3 gennaio 2009 ad oggi.
Il rendimento annuale composto della strategia top2 è del 11.7%, con una volatilità del 12.3%, un massimo drawdown del 8.2% e un indice di Sharpe superiore a 0.8.
Il rendimento annuale composto della strategia top 3 è pari al 7.6%, con una volatilità del 12%, un massimo drawdown del 15.1% e un indice di Sharpe poco inferiore a 0.5.
La strategia che investe nei primi due asset a condizione che la tendenza di medio periodo sia positiva, e in contanti nel caso contrario, ha reso nell'intero 2009 il 13.9%. Nel 2010 ha coinciso con la top2 con l'eccezione di due sole settimane (questa e questa): la performance complessiva per il 2010 è stata leggermente peggiore della top2, con un +18.6%.
La strategia che semplicemente investe in parti uguali in tutti e 6 gli asset seguiti settimanalmente da Alfaobeta
ha chiuso la settimana con una perdita dell'1.1% allontanandosi così dal massimo raggiunto la settimana scorsa. La strategia ha reso nel 2010 il 12.6% con una volatilità del 10% mentre dall'1 gennaio 2009 ad oggi ha reso il 33.6% con un massimo drawdown del 14.8%. Il rendimento dal primo gennaio 2011 è stato dell'1%. Il portafoglio top2 ha reso il 29.3% dall'1 gennaio 2009 a oggi, con un massimo drawdown dell' 8.2%: l'ultimo massimo è stato raggiunto il 7 marzo scorso e da allora il drawdown è proprio pari all'8.2%. Il rendimento del portafoglio top2 dal primo gennaio 2011 a oggi è stato pari al -6.2%.
La strategia che settimanalmente investe il capitale dividendolo in parti uguali negli asset che hanno una tendenza di medio periodo positiva (una versione più aggressiva della strategia di Faber che invece ripartisce il capitale tra liquidità e gli asset con tendenza di medio periodo positivo) ha chiuso questa settimana con un -1.5% anch'essa abbandonando il massimo storico raggiunto la scorsa settimana. Nel 2010 ha avuto un rendimento pari al 12.1% e da inizio 2009 ad oggi ha reso il 26.5%, con un massimo drawdown inferiore al 7%. Il rendimento dal primo gennaio 2011 a oggi è stato pari al +1.3%.
E' bene ricordare che i rendimenti calcolati non tengono neppure conto dei costi di transazione e del prelievo fiscale. Mi preme comunque sottolineare che le analisi e le simulazioni descritte in questo blog sono da considerarsi sempre e comunque risultati teorici e relativi al passato. Chiunque decidesse di utilizzare le strategie descritte o qualsiasi altra informazione tratta da questo blog per decisioni di investimento se ne assume completamente la responsabilità.
Ecco l'aggiornamento al 6 maggio 2011.
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