Lunedì Moody's ha tagliato il rating del debito sovrano greco di ben tre gradini da Ba1 a B1, lasciando l’outlook negativo. Moody's ha così portato la sua valutazione sull’affidabilità del debito della Grecia al livello di Bielorussia e Bolivia, ritenendo che siano aumentate le probabilità di un default. Coerentemente i CDS a cinque anni sul debito greco sono schizzati di 70 punti base al rialzo superando nuovamente quota 1000 e chiudendo la settimana a quota 1037). Oltre alla Grecia a pagare il conto del declassamento è stato il Portogallo: i titoli portoghesi hanno raggiunto uno spread record di 765 punti base relativamente al Bund decennale. I contraccolpi sull'euro però si sono materializzati solo martedì con una discesa fino a sotto quota 1.39. Quasi ventiquattrore di ritardo, complici forse le dichiarazioni di Trichet sul rischio inflazione rilasciate al termine di una riunione di banchieri centrali. Lunedì infatti il cambio euro/dollaro aveva nuovamente sfondato quota 1,40 ma martedì è iniziata la discesa, malgrado le dichiarazioni del presidente della Bundesbank Weber
secondo il quale il tasso di riferimento dell'eurozona a fine 2011 potrebbe assestarsi all'1.75% con un aumento di 75 punti base rispetto all'attuale.
La sorte dell'euro è l'oggetto dell'editoriale di Martin Wolf sul Financial Times di mercoledì (la traduzione italiana è apparsa in prima pagina sul Sole 24 Ore): Wolf è moderatamente ottimista ma usa parole forti (che condivido totalmente) sull'errore compiuto dal governo irlandese nel garantire incondizionatamente i debiti bancari:
Trovo imperdonabile che il precedente governo irlandese abbia garantito con tanta leggerezza
i debiti delle banche, e che il resto dell'Unione europea abbia sostenuto questa decisione.
E' assolutamente sbagliato, per uno stato sovrano, distruggere il proprio credito per
salvare i creditori delle banche. E non migliora le cose - al contrario - il fatto che lo faccia
per proteggere i sistemi finanziari di altri paesi.
Giovedì Moody's guadagna nuovamente le prime pagine dei quotidiani con l'abbassamento del
rating della Spagna (ora è allo stesso livello dell'Italia...) ma le notizie negative dell'eurozona sono eclissate dalla tragedia che colpisce il Giappone.
Tutti gli asset settimanalmente seguiti da Alfa o Beta? chiudono la settimana in ribasso tanne le obbligazioni governative trentennali che chiudono pressochè invariate (+0.01%): la maglia nera spetta all'indice CRB (-2.5% in euro) seguito dall'indice Eurostoxx (-2.0%). Negativi anche l'indice S&P500 (-0.7% in euro) e l'indice immobiliare globale (-0.6% in euro). Le correzioni di questi indici, così come delle materie prime, sono in realtà state leggermente mitigate dall'indebolimento del cambio euro/dollaro (-0.6%).
Questa settimana la strategia top2 perde l'1.6% mentre la top3 perde l'1.3%: la strategia top2 abbandona così il massimo storico raggiunto la scorsa settimana con un drawdown pari all'1.6%; il drawdown della top3 dal massimo del 7 gennaio 2011 sale invece al 2.8%.
Questa settimana non ci sono cambiamenti nell'ordine in classifica degli asset. Conseguentemente
la composizione dei portafogli delle strategie top2 e top3 rimane invariata: nel primo caso il capitale viene diviso a metà tra le materie prime (CRB) e le azioni U.S.A. (S&P500); la strategia top3 invece suddivide il capitale in tre parti uguali, aggiungendo ai due asset precedenti il cambio euro/dollaro. L'unico asset con tendenza a medio termine negativa sono le obbligazioni governative europee a scadenza trentennale. L'indice Eurostoxx ha ora tendenza a breve termine negativa.
In questo post trovate le risposte ad alcune delle domande più frequenti relative alla metodologia che utilizzo per la costruzione della tabella e dei portafogli che aggiorno settimanalmente.
In questo post ho descritto quali ETF negoziati a Milano replicano (in positivo o in negativo) gli indici che sono settimanalmente tracciati qui su Alfaobeta. Se volete fare delle analisi da soli, in questo post ho spiegato come procurarsi gratuitamente le serie storiche dei prezzi e dei NAV degli ETF mentre qui potete trovare qualche informazione sui costi di transazione nel mercato dei cambi.
Dall'inizio del 2011 il rendimento (valutato in euro) di un portafoglio che ogni settimana investe nei primi 2 asset (top2) della tabella è pari allo 0.6%, se investito nei primi tre asset (top3) il rendimento scende al -0.5%. Nell'intero 2009 le stessa strategie avevano reso rispettivamente il 12.2% e il 2.4% e nel 2010 il 22.4% e il 18.2%. I rendimenti nei primi due mesi del 2011 della top2 e della top3 hanno risentito negativamente della forza dell'euro: in particolare la top2 è stata costantemente investita nell'indice CRB e nell'indice S&P500 e il rendimento in dollari della top2 dal 1 gennaio ad oggi è stato pari al 4.7%. Chi volesse coprire il rischio di cambio ha ora a disposizione anche due ETN negoziati a Milano: EUS3.MI consente di prendere una posizione al rialzo sul cambio dollaro/euro con leva 3x, mentre USE3.MI corrisponde a una posizione rialzista sul cambio euro/dollaro con leva 3x.
Nella figura è raffigurato l'andamento di un euro investito nelle due strategie dal 3 gennaio 2009 ad oggi.
Il rendimento annuale composto della strategia top2 è del 16.1%, con una volatilità del 12.1%, un massimo drawdown del 7.6% e un indice di Sharpe superiore a 1.2
Il rendimento annuale composto della strategia top 3 è pari all'8.7%, con una volatilità del 12.2%, un massimo drawdown del 15.1% e un indice di Sharpe superiore a a 0.5.
La strategia che investe nei primi due asset a condizione che la tendenza di medio periodo sia positiva, e in contanti nel caso contrario, ha reso nell'intero 2009 il 13.9%. Nel 2010 ha coinciso con la top2 con l'eccezione di due sole settimane (questa e questa): la performance complessiva per il 2010 è stata leggermente peggiore della top2, con un +18.6%.
La strategia che semplicemente investe in parti uguali in tutti e 6 gli asset seguiti settimanalmente da Alfaobeta
ha chiuso la settimana con un -1.1%. La strategia ha reso nel 2010 il 12.6% con una volatilità del 10% mentre dall'1 gennaio 2009 ad oggi ha reso il 33.0% con un massimo drawdown del 14.8%. Nello stesso periodo il portafoglio top2 ha reso il 38.6% con un massimo drawdown del 7.6%. La strategia che settimanalmente investe il capitale dividendolo in parti uguali negli asset che hanno una tendenza di medio periodo positiva (una versione più aggressiva della strategia di Faber che invece ripartisce il capitale tra liquidità e gli asset con tendenza di medio periodo positivo) ha chiuso negativamente questa settimana con un -1.3%, nel 2010 ha avuto un rendimento pari al 12.1% e da inizio 2009 ad oggi ha reso il 26.0%, con un massimo drawdown inferiore al 7%.
E' bene ricordare che i rendimenti calcolati non tengono neppure conto dei costi di transazione e del prelievo fiscale. Mi preme comunque sottolineare che le analisi e le simulazioni descritte in questo blog sono da considerarsi sempre e comunque risultati teorici e relativi al passato. Chiunque decidesse di utilizzare le strategie descritte o qualsiasi altra informazione tratta da questo blog per decisioni di investimento se ne assume completamente la responsabilità.
Ecco l'aggiornamento al'11 marzo 2011.
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