L'ultima lettera settimanale di John Mauldin è dedicata ai rischi di un'uscita (iper)-inflattiva dall'era del debito sovrano nella quale il mondo occidentale si è cacciato (anche) grazie alla crisi finanziaria. Si tratta in realtà di un capitolo del suo ultimo libro, dunque è stata scritta qualche mese fa. E' una lettura interessante, che vi raccomando. Alcuni grafici e alcune tabelle sono decisamente sorprendenti: ad esempio pensavo che il record mondiale dell'iperinflazione spettasse allo Zimbabwe, ma mi sbagliavo: l'Ungheria alla fine della seconda guerra mondiale attraversò un periodo (il mese di luglio del 1946) in cui l'inflazione annua era del 207% al giorno! Oltre all'articolo di Mauldin vi consiglio di leggere l'eccellente voce hyperinflation su Wikipedia. Se poi volete approfondire la dinamica della transizione da inflazione a iperinflazione potete dare un'occhiata qui, dove troverete una spiegazione molto elementare.
Mauldin fonda la sua analisi dell'iperinflazione su un libro di Peter Bernholtz pubblicato qualche anno fa.
As Professor Bernholz points out, you can get inflationary episodes without printing money. Under the Greeks and Romans, rulers often made gold and silver coins smaller or put bad coins into circulation to debase their currency.
However, true hyperinflation only happens with paper currencies. As you can see from Table 8.1, almost all hyperinflations have happened in the twentieth century. (Note: he wrote the book before the episode in Zimbabwe.) The only hyperinflation prior to the twentieth century was during the French Revolution, when the French monetary regime, too, was based on the paper money standard.
mercoledì 16 marzo 2011
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