sabato 5 marzo 2011

Krugman e De Long all'attacco

Mentre la BCE si prepara ad alzare i tassi di interesse negli U.S.A. la Fed sembra restare indifferente al pericolo inflazione. Krugman e De Long sono però ugualmente preoccupati che le politiche espansive in atto possano essere interrotte prima che l'occupazione dia segni di robusta ripresa:
  • dal New York Times di giovedì: How To Kill a Recovery : secondo Krugman l'effetto espansivo delle politiche di austerità fiscale semplicmente non esiste: we have a lot of evidence from other countries about the prospects for “expansionary austerity” — and that evidence is all negative. Last October, a comprehensive study by the International Monetary Fund concluded that “the idea that fiscal austerity stimulates economic activity in the short term finds little support in the data.” 
  • su seekingalpha.com De Long si scaglia contro l'idea che l'inflazione sia un rischio concreto e tale da imporre la fine delle politiche monetarie espansive negli U.S.A. e in Europa.
I mercati tuttavia sembrano indifferenti ai lamenti dei saltwater economists: forse il sell-off delle azioni dopo i buoni dati sull'occupazione U.S.A. di ieri è proprio in parte dovuto al fatto che una ripresa (anche modesta) dell'occupazione avvicina la fine del quantitative easing.

1 commento:

Anonimo ha detto...

http://www.usemlab.com/index.php?option=com_content&view=article&id=637:fisco-e-parassiti-poveri-risparmi&catid=39:politiche-economiche&Itemid=176

questo basta e avanza per fare piazza e pulita delle scemenze che propala krugman. l' unica cosa certa scientificamente è che il famoso moltiplicatore della spesa pubblica è inferiore a 1 . il keynesismo non è scienza è solo chiacchiera confusionaria.il premio nobel di krugman vale quello di obama