domenica 16 ottobre 2011

La tempesta italiana e l'Europa. Aggiornamento al 14 ottobre

Crisi? Dell'euro? Quale crisi? E' bastato un po' di rassicurazione e un'improvvisa fede nei politici e nella loro capacità di trovare risposte convincenti alla crisi nel G-20 di inizio novembre (questo finesettimana è il turno dei ministri delle finanze dei paesi del G-20) per vedere la moneta unica rivalutarsi di oltre il 5% sul dollaro in pochi giorni. Naturalmente gli asset rischiosi hanno ripreso a correre, alimentati da un ritorno al carry trade. Quindi tutto bene, stiamo entrando nella stagione invernale, tradizionalmente propizia per i mercati azionari. Abbiano scherzato, nessun problema. Davvero? Ecco come riassume la sola giornata di venerdì il New York Times nell'articolo citato sopra:


On Friday, Standard & Poor’s downgraded the credit rating of the biggest French bank, BNP Paribas, citing its “material” exposure to Italy, which faces problems similar to Greece’s, but on a much larger scale.
Also Friday, the Fitch ratings agency said it would review various ratings for Deutsche Bank, BNP Paribas, Société Générale, Credit Suisse and Barclays, citing “increased challenges the financial markets are facing” as a result of economic developments and regulatory changes. 
That followed the announcement by S.& P. that it was downgrading Spain’s sovereign rating again, to AA- from AA, amid signs that harsh austerity measures may tip the country into a recession. The decision is ill timed for the many European banks that together hold about $637 billion worth of Spanish government debt.
The banking industry has been girding for battle with European policy makers and regulators in the coming days, especially over a plan that would force the banks to take losses on their holdings of Greek debt of up to 60 percent — much more than a 21 percent loss agreed to under an accord reached by European leaders in July as part of a second Greek bailout.
Several of Europe’s biggest banks, including BNP Paribas and Société Générale, have said they are ready to take losses of around 50 percent. But most banks that hold Greek debt would have to sign off on a new deal, and an agreement is not certain.
Bankers are particularly angered by two additional proposals from the European Banking Authority, which has come under fire for overseeing flimsy tests on the safety margins of Europe’s banks.
One would require lenders to raise their capital buffers to around 9 percent, from 6 percent now, or be forced into the undesirable position of taking money from their governments. Another would require lenders to value all their sovereign debt holdings at current market prices, as part of a “stress test” to ensure that Europe’s banks have enough capital to insure against large-scale losses if the crisis were to spread.
Goldman Sachs on Friday said at least 50 of the 91 European banks tested previously by the banking authority were likely to fail the revised stress tests, and would need to raise as much as 298 billion euros if the capital requirement were raised to as high as 9 percent.
While European banks hold about $128 billion in Greek sovereign debt, that is dwarfed by the whopping $819 billion they hold in Italian debt, according to the most recent data from the Bank for International Settlements, published in March. All told, European banks hold $2.165 trillion worth of sovereign debt from Portugal, Italy, Ireland, Greece and Spain, according to the Bank for International Settlements.
Sulle banche europee si è scritto di tutto in questi giorni. Come al solito una buona sintesi la trovate sull'ultimo numero dell'Economist dal quale ho tratto le due figure riprodotte qui accanto. 
Mi pare adeguato il commento di Mario Platero sul Plus24 di ieri che si conclude osservando come il problema centrale sia l'eccesso di leva finanziaria:
Che fare? Basterà ricapitalizzare delle banche? Non basta. Ci vuole un approccio organico. E' giusto ricapitalizzare le banche per rispondere ai problemi di solvibilità. Ma si devono organizzare nuovi sportelli (sappiamo quanto se ne discuta, Esfs insegna!) per garantire il rischio liquidità e se necessario rispondere a un nuovo attacco sul fronte solvibilità. L'America si è trovata in questa situazione dopo la caduta di Lehman, ha reagito in modo rapido e aggressivo con fondi governativi Tarp e con azioni congiunte della banca centrale. Da noi la Germania resiste. E torno a dire, scherza con il fuoco. Un confronto: grandi banche americane hanno un rapporto capitale impieghi di uno a dieci (hanno con la Fed liquidità per quasi mille miliardi allo 0.25%!). Per la Germania il rapporto in alcuni casi è di 1 a 33!! Berlino è ossessionata dal peso di salvare gli altri: Ma dovrà salvare se stessa, perchè, comunque sia, siamo tutti sulla stessa barca.
Qui sotto potete vedere un video dal WSJ dedicato alla crisi dell'eurozona, significativamente intitolato Can Europe Weather the Italian Storm?


La classifica degli asset questa settimana vede un po' di movimento: intanto molti asset hanno ora la tendenza di breve periodo positiva (cambio euro/dollaro, indice SP500 e indice Eurostoxx). Poi la forza della borsa statunitense (+6% in dollari ma solo +2.1% se valutata in euro) ha portato l'SP500 a scavalcare l'indice CRB di materie prime (+4.6% in dollari ma solo +0.7% in euro) occupando la quarta posizione.
Un solo asset ha la  tendenza di medio periodo positiva: le obbligazioni trentennali dell'eurozona. Per un pelo però: l'indebolimento dell'indice delle eurobbligazioni (-3%) è stato molto marcato e se non ci sarà una correzione di tendenza la prossima settimana anche la tendenza di medio periodo sarà negativa. La  strategia top2 suddivide quindi ancora il capitale in parti uguali tra l'indice Euro Government Bond 30yr e la liquidità. La top3 suddivide il capitale in tre parti eguali: per 1/3 investe nell'indice Euro Government Bond 30yr mentre 2/3 del capitale sono mantenuti in liquidità. Le strategie top2 top3 di Alfa o Beta nelle ultime due settimane sono state penalizzate dal profilo molto prudente, e dal calo dell'indice obbligazionario al quale consacrano un terzo o  la metà del capitale mentre il resto rimane parcheggiato in liquidità.

In questo post trovate le risposte ad alcune delle domande  più frequenti relative alla metodologia che utilizzo per la costruzione della tabella e dei portafogli che aggiorno settimanalmente.

In questo post ho descritto quali ETF negoziati a Milano  replicano (in positivo o in negativo) gli indici che sono settimanalmente tracciati qui su Alfaobeta. Se volete fare delle analisi da soli, in questo post ho spiegato come procurarsi gratuitamente le serie storiche dei prezzi e dei NAV degli ETF mentre qui potete trovare qualche informazione sui costi di transazione nel mercato dei cambi.

Dall'inizio del 2011 il rendimento (valutato in euro) di un portafoglio che ogni settimana investe nei primi 2 asset (top2) della tabella (se hanno la tendenza di medio periodo positiva, in liquidità altrimenti) è pari al
-14.3%, se investito nei primi tre asset (top3) il rendimento è stato del  -7%. Questa settimana la top2 ha perso l'1.5% e la top3 ha visto un calo dell'1%.

Nell'intero 2009 le stessa strategie avevano reso rispettivamente il 12.2% e il 2.4% e nel 2010 il 22.4% e il 18.2%.

La strategia che settimanalmente investe il capitale dividendolo in parti uguali negli asset che hanno una tendenza di medio periodo positiva ha solo un asset in portafoglio: le obbligazioni trentennali dell'eurozona e ha dunque segnato anch'essa un calo del 3%. Nel 2010 ha avuto un rendimento pari al 12.1% e da inizio 2009 ad oggi ha reso il 19%, con un massimo drawdown pari al 7.3% e una volatilità del 10.6%.  Il rendimento dal primo gennaio 2011 a oggi è stato però negativo (-5.0%).

Nella figura è raffigurato l'andamento di un euro investito nelle tre strategie dal 3 gennaio 2009 ad oggi.


La tabella qui sotto riassume il profilo rischio/rendimento delle tre strategie negli ultimi 33 mesi:



E' bene ricordare che i rendimenti calcolati non tengono neppure conto dei costi di transazione e del prelievo fiscale. Mi preme comunque sottolineare che le analisi e le simulazioni descritte in questo blog sono da considerarsi sempre e comunque risultati teorici e relativi al passato. Chiunque decidesse di utilizzare le strategie descritte o qualsiasi altra informazione tratta da questo blog per decisioni di investimento se ne assume completamente la responsabilità.

Ecco l'aggiornamento al 14 ottobre 2011.


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