lunedì 21 dicembre 2009

La scomparsa di Paul Samuelson. Aggiornamento al 18 dicembre 2009

La settimana appena trascorsa è iniziata con la notizia della morte di Paul Samuelson: raccomando a tutti la lettura del necrologio apparso sul New York Times di lunedì scorso. Breve, incisivo e naturalmente un po' polemico è il ricordo di Samuelson scritto da Paul Krugman qualche giorno dopo: La Voce ne fornisce una traduzione in italiano. Scrive Krugman:

Ci sono stati i ricci e ci sono state le volpi. E poi c’è stato Paul Samuelson.
Il riferimento è naturalmente alla famosa distinzione tra pensatori di Isaiah Berlin: le volpi, che sanno molte cose, e i ricci, che ne sanno una sola grande. Ciò che ha fatto di Samuelson un pensatore economico unico, come nessun altro passato o presente, è stato il fatto che sapeva, e ci ha insegnato, molte grandi cose. Nessun economista ha mai avuto così tante idee fondamentali.
Con un piccolo aiuto di Google Scholar, ho compilato una lista di alcune grandi idee di Samuelson. Dico “alcune” perché non sono sicuro che l’elenco sia completo. Ma in ogni caso ecco otto (otto!) intuizioni fondamentali, ognuna delle quali ha dato luogo a una vasta e continua letteratura.


L'Economist ricorda l'opposizione di Samuelson alle posizioni libertarie di Milton Friedman e della scuola di Chicago:

Though regarded as America’s leading standard-bearer for Keynesian economics, he called himself a “cafeteria Keynesian”, just picking the bits he liked. His combination of Keynesian and classical economic ideas became known as the “neoclassical synthesis”. From his chair at the Massachusetts Institute of Technology and in his column in Newsweek, the self-described “dull centrist” became a fierce critic of the libertarian Chicago School, and especially of Milton Friedman (writer of a rival Newsweek column). Markets are not perfect, he believed, and dire warnings from Friedman, and earlier from Friedrich von Hayek, about the regulation of markets “tells us something about them rather than something about Genghis Khan or Franklin Roosevelt. It is paranoid to warn against inevitable slippery slopes…once individual commercial freedoms are in any way infringed upon.”

La posizione critica di Samuelson (riscopritore di Bachelier e padre insieme a Fama dell'ipotesi dei mercati efficienti) nei confronti del laissez-faire, pare si fosse accentuata negli ultimi due anni:

Yet Mr Samuelson also understood that beyond the ivory tower the conditions necessary for efficient markets rarely existed; they needed regulating. “To understand economics you need to know not only fundamentals but also its nuances,” Mr Samuelson would explain. “When someone preaches ‘Economics in one lesson’ I advise: Go back for the second lesson.” The latest crisis (for which he felt some responsibility, since he had helped develop financial derivatives that company executives did not understand) proved that “free markets do not stabilise themselves. Zero regulating is vastly suboptimal to rational regulating. Libertarianism is its own worst enemy!”

Ecco l'aggiornamento al 18 dicembre 2009: da notare l'ulteriore rafforzamento del dollaro, apparentemente
senza provocare scossoni sugli asset più rischiosi (azioni e materie prime) che si mantengono vicini ai massimi da inizio anno.


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