martedì 6 settembre 2011

I nuovi progressi del pigro Cuggino

Da qualche tempo Alfa o Beta? segue i progressi di un portafoglio raccomandato da Michael Cuggino,   Portfolio Manager di Permanent Portfolio Fund (PRPFX): nella sua versione più semplice si divide il capitale in quattro parti eguali da investire in azioni, obbligazioni a lungo termine, oro e liquidità. In questo post ho mostrato come un portafoglio così costruito e valorizzato in dollari USA nel periodo 1972 al 2008 abbia dato i risultati seguenti:

  • Average Return   9.49%
  • CAGR                 9.22%
  • Standard Dev      7.63%
Dall'ottobre 2007 è possibile replicarlo con ETF armonizzati negoziati alla borsa di Milano:
 Nel periodo 24 ottobre 2007 - 2 settembre 2011 il "cuggino italiano" ha reso il 27.6% con un massimo drawdown di -8%. Dal 24 settembre 2010 al 28 luglio 2011 il rendimento è stato del 3,53%. Il portafoglio ha ben sopportato le turbolenze di un pessimo mese di agosto 2011, sostenuto dalla buona performance dell'oro (+12.4% in agosto) e delle obbligazioni governative a lungo periodo (+2.7%) che hanno più che compensato il calo (-6.7% in euro) dell'indice S&P500, chiudendo quindi agosto con un progresso superiore al 2%.
Qui sotto potete vedere l'andamento del portafoglio dal 24 ottobre 2007 al 2 settembre 2011. Il rendimento annuale composto è stato pari al 6.83% e la volatilità pari al 7.9%.
L'indice di Sharpe è pari a 0.66 e il Calmar 0,85. Difficile fare di meglio con un portafoglio così "pigro".

2 commenti:

Francesco ha detto...

Come cambierebbe la performance se invece dell'oro di prendesse un paniere di commodity?
Penso che dietro la performance del portfolio ci sia l'extra rendimento offerto in questi anni dall'oro. Sbaglio?

Cordialmente
Francesco

Stefano Marmi ha detto...

Caro Francesco,

certamente! Se si sostituisce l'oro con l'etf che replica ad esempio l'indice di materie prime CRB i risultati dell'ultimo triennio non sono altrettanto buoni.

Ma secondo Cuggino l'oro presenta alcuni vantaggi rispetto alle altre materie prime: è meno legato al ciclo economico e meno correlato, bene rifugio più di ogni altro che si apprezza sia quando si teme l'inflazione sia quando si teme la deflazione.

Ovviamente un investimento in oro negli anni Ottanta, in cui il prezzo scese da 900 dollari l'oncia a poco più di 300 dollari, non sarebbe stato altrettanto renumerativo (le soddisfazioni sarebbero venute dalla borsa e dalle obbligazioni, con la discesa dei tassi di interesse dell'era Volker).

Comunque per soddisfare parzialmente la sua curiosità, ecco come si è comportato nel periodo 1972-2008 (compresi) un portafoglio in dollari costituito dal 25% di azioni USA, 25% di obbligazioni del tesoro USA a lunga scadenza, 25% di liquidità e 25% di materie prime

rendimento medio 9.45%
CAGR 9.18%
volatilità 7.64%

Le consiglio inoltre di dare un'occhiata a questo post di qualche mese fa

http://alfaobeta.blogspot.com/2011/01/un-decennio-perduto-il-2009-e-il-2010.html

dove trova anche il risultato di un analogo backtest per il portafoglio di Cuggino nel periodo 1972-2009: i risultati sono quasi gli stessi

rendimento medio 9,38%
CAGR 9,10%
volatilità 8,02%