lunedì 11 aprile 2011

Le aspettative di inflazione e il valore dell'istruzione

Tra le mie letture abituali del finesettimana c'è la newsletter settimanale di John Mauldin. Sabato scorso era dedicata all'inflazione prossima ventura negli U.S.A. con buona parte dell'analisi tratta da questi due post (uno e due) di Scott Grannis, un economista conservatore in pensione). Le conclusioni di Grannis-Mauldin sono chiare:  inflation expectations are rising significantly. Fed supporters would be quick to note that this could just be a rational reaction to the recent and continuing rise in oil prices. But Fed critics have more ammunition: the very weak dollar, the broad-based rise in commodity prices, the all-time highs in precious metals, and the substantial rise observed to date in the producer price indices and the ISM prices paid indices. There is no shortage of evidence that monetary policy is extremely accommodative and inflation pressures are building. 

Tra i numerosi grafici usati a supporto della tesi vi riproduco qui sotto quelli relativi ai rendimenti nominali e reali delle obbligazioni a 5 e a 10 anni perchè mi sembrano particolarmente interessanti dal punto di vista di un investitore-speculatore. Il gap potrebbe anche aumentare se si prende sul serio la notizia riportata oggi con grande evidenza dalla stampa U.S.A. che Bill Gross è corto sulle obbligazioni governative americane...

Ma leggendo Mauldin c'è una figura che mi ha particolarmente colpito, e ve la riproduco qui sotto, tratta da questo post di www.calculatedriskblog.com. Negli U.S.A. nel 2009 il tasso di dioccupazione tra chi aveva un'educazione post-universitaria era sensibilmente inferiore al 3% e meno di un quinto del tasso di disoccupazione tra chi aveva abbandonato gli studi prima della maturità. Il moltiplicatore a livello salariale non è da meno: misurato sui salari mediani l'educazione post-universitaria vale rende quasi il quadruplo di quella primaria.

Sarei molto curioso di vedere statistiche attendibili per l'Europa e all'interno di queste la situazione italiana. Chissà perchè penso sia molto diversa. Perchè non la finiamo con l'insopportabile retorica della fuga dei cervelli e proviamo a costruire un paese nel quale istruzione, intelligenza e innovazione non siano penalizzate?

1 commento:

Francesco ha detto...

Buongiorno professore,

siccome i riferimenti delle sue letture del fine settimana sono sempre molto interessanti sarebbe possibile averne un piccolo elenco in modo da allungare un po' la lista dei preferiti.

Solo se possibile.

Grazie
Saluti

Francesco