“After panic, action and relief is the phase of rebuilding,” Dominique Strauss-Kahn, managing director of the monetary fund, said at its spring meetings.
Youssef Boutros-Ghali, the Egyptian finance minister, who led a meeting of the fund’s policy making committee, said, “The worst is definitely behind us, but we are not out of the woods yet.”
The I.M.F., which only a few years ago found itself defending its relevance, has assumed a new prominence and increased its lending capacity since the global economic turmoil began in 2007. It extended loans of $2 billion to Latvia and $16 billion to Hungary in 2008, and it is now expected to contribute as much as $20 billion to a bailout of debt-stricken Greece.
(...) Asked about the protests gripping Greece over the joint rescue plan by the I.M.F. and the European Union, Mr. Strauss-Kahn said, “The Greek citizens shouldn’t fear the I.M.F. We are there to try to help them.”
Intanto George Soros si dice d'accordo per una regolamentazione dei derivati: come riportato ieri dal Sole 24 Ore, secondo Soros...
La causa intentata dalla Securities and Exchange Commission statunitense contro la Goldman Sachs sarà contrastata vigorosamente dall'accusata. È interessante fare ipotesi su chi riuscirà ad avere la meglio, ma non ne conosceremo l'esito per mesi. A prescindere dall'ipotetico risultato, tuttavia, il caso ha implicazioni di grossa portata per il disegno di legge relativo alla riforma del settore finanziario che il Congresso sta prendendo in considerazione.
Che Goldman sia colpevole o no, l'oggetto della causa non comportava vantaggi sociali: implicava un complesso sistema di titoli sintetici fabbricati a partire da titoli garantiti da prestiti ipotecari, clonandoli in unità virtuali su imitazione degli originali.
Questa obbligazione di debito sintetico collateralizzato non serviva a finanziare il proprietario di qualche abitazione in più o ad allocare più efficientemente i capitali. Serviva soltanto a far lievitare il volume dei titoli garantiti da prestiti ipotecari che hanno perso valore quando è scoppiata la bolla immobiliare. Scopo principale di queste pratiche era la creazione di emolumenti e di commissioni.
Questa è una chiara dimostrazione di come i derivati e i titoli sintetici sono stati utilizzati per creare valore apparente a partire dal niente. Sono stati così creati più Cdo (Collateralized debt obligation, letteralmente un'obbligazione che ha come garanzia collaterale un debito) tripla A di quanti asset tripla A vi fossero a loro supporto. Tutto ciò è stato fatto su vasta scala, malgrado il fatto che tutte le parti coinvolte fossero investitori esperti. Il giochetto è andato avanti per anni, ed è culminato con un crollo che ha provocato una distruzione di ricchezza quantificabile in migliaia di miliardi di dollari.
Non si può permettere, naturalmente, che le cose vadano avanti così. L'uso dei derivati e di altri strumenti sintetici dovrebbe essere assoggettato a regole precise, anche se tutte le parti coinvolte sono investitori esperti.
I titoli ordinari devono essere registrati alla Sec prima di poter essere commercializzati. Anche i titoli sintetici dovrebbero essere registrati nello stesso modo, benché tale compito possa essere assegnato a un ente diverso, per esempio la Commodity Futures Trading Commission.
Che Goldman sia colpevole o no, l'oggetto della causa non comportava vantaggi sociali: implicava un complesso sistema di titoli sintetici fabbricati a partire da titoli garantiti da prestiti ipotecari, clonandoli in unità virtuali su imitazione degli originali.
Questa obbligazione di debito sintetico collateralizzato non serviva a finanziare il proprietario di qualche abitazione in più o ad allocare più efficientemente i capitali. Serviva soltanto a far lievitare il volume dei titoli garantiti da prestiti ipotecari che hanno perso valore quando è scoppiata la bolla immobiliare. Scopo principale di queste pratiche era la creazione di emolumenti e di commissioni.
Questa è una chiara dimostrazione di come i derivati e i titoli sintetici sono stati utilizzati per creare valore apparente a partire dal niente. Sono stati così creati più Cdo (Collateralized debt obligation, letteralmente un'obbligazione che ha come garanzia collaterale un debito) tripla A di quanti asset tripla A vi fossero a loro supporto. Tutto ciò è stato fatto su vasta scala, malgrado il fatto che tutte le parti coinvolte fossero investitori esperti. Il giochetto è andato avanti per anni, ed è culminato con un crollo che ha provocato una distruzione di ricchezza quantificabile in migliaia di miliardi di dollari.
Non si può permettere, naturalmente, che le cose vadano avanti così. L'uso dei derivati e di altri strumenti sintetici dovrebbe essere assoggettato a regole precise, anche se tutte le parti coinvolte sono investitori esperti.
I titoli ordinari devono essere registrati alla Sec prima di poter essere commercializzati. Anche i titoli sintetici dovrebbero essere registrati nello stesso modo, benché tale compito possa essere assegnato a un ente diverso, per esempio la Commodity Futures Trading Commission.
Intanto si scava nelle email scambiate tra i dipendenti di Goldman Sachs alla ricerca di indizi mentre Frank Rich dalle colonne del New York Times chiede che siano perseguiti i responsabili del creative accounting che coprì le perdite fino al fallimento di Lehman Brothers
(...) Equally compelling is the notion articulated by Ryan Avent, a blogger at The Economist, that “public anger” and “hooting derision” be increased to shame Wall Street into changing its ethos. This assumes, of course, that there is any capacity for shame. Perhaps the most productive tactic comes from Ted Kaufman, Democrat of Delaware, who is using his lame-duck residence in the Senate (as the appointee to Joe Biden’s old seat) to demand that we root out the “fraud and potential criminal conduct” that “were at the heart of the financial crisis.”
To achieve this overdue reckoning will require action — by the S.E.C., the Justice Department and any other legal authority that wants to get into the act. That no one at Lehman Brothers has yet been held liable for its Enronesque bookkeeping deceit is appalling. That we still haven’t seen the e-mail and documents that would illuminate A.I.G.’s machinations with Goldman and the rest of its counterparties amounts to a cover-up. That investigative journalists have consistently been way ahead of the authorities, the S.E.C. included, in uncovering Wall Street’s foul play is a scandal. If this culture remains in place, the whole crisis will have gone to waste.
As a reminder of the unchastened status quo, Blankfein remains the gift that keeps on giving. On Thursday, The Financial Times reported that he had been calling clients to argue that the S.E.C. case against Goldman would ultimately “hurt America.” The opposing point of view was presented by Ira Glass on his radio show “This American Life” this month. With reporters from the nonprofit journalistic organization ProPublica, it told the story of another hedge fund, Magnetar, that gamed the housing bubble. Bankers who worked on Magnetar deals walked away with their huge bonuses well before disaster struck — or, as the program put it, “bankers made money even when they were buying things that eventually blew up the bank.” Not to mention the economy. And it was all legal.
To award the audience a bonus, “This American Life” concluded with a Broadway song commissioned from a co- author of the satirical musical “Avenue Q.” Titled “Bet Against the American Dream,” it distills a complex financial saga to its essence: Those who shorted the housing market shorted the country.
Go online, listen to it and laugh. But the fact remains that those who truly hurt America are laughing harder still, all the way to the bank.
Bet Against the American Dream from Alexander Hotz on Vimeo.
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