lunedì 24 dicembre 2012

La venerazione del Toro e i profitti che non crescono più. Aggiornamento al 21 dicembre 2012



Il 2012 si avvia alla conclusione: ci sono ragioni di ottimismo e di pessimismo. Il mondo non è finito venerdì scorso ma le borse si sono accorte che il tempo rimasto per evitare il fiscal cliff è davvero pochino e dopo un inizio di settimana spumeggiante hanno innestato la retromarcia. Tuttavia i due asset con i rendimenti migliori sono stati l'indice immobiliare globale (+1,2%) e l'azionario USA (+1%). Se repubblicani e democratici troveranno un accordo bipartisan sul taglio delle spese e degli sgravi fiscali forse assisteremo ad un rally
degli indici azionari. Almeno secondo le previsioni di molti, l'ottimismo generalizzato fa un po' paura: The median forecast for the S&P 500 (.INX) (^GSPC) by end of 2013 was 1,550, according to 47 respondents surveyed in the latest Reuters poll of equity strategists. That is just off the index's all-time intraday high of 1,576.09 on October 11, 2007.
By mid-2013, the S&P 500 is seen rising to 1,500, for a roughly 5 percent increase from Wednesday's close of 1428.48.
Troppo ottimisti? Se ci si limita alla crescita degli utili negli ultimi mesi le previsioni sono state riviste sostanzialmente al ribasso, e sembra difficile che i mercati possano raggiungere gli obiettivi sperati nei prossimi mesi. L'impatto del fiscal cliff sui profitti delle società si è già fatto sentire nell'ultimo trimestre del 2012  e la crescita dei profitti per il quarto trimestre del 2012 è stata rivista al ribasso da oltre il 9 % di tre mesi fa a meno del 3%. Ma le valutazioni sono ancora attraenti, in Europa e persino negli Stati Uniti: il rapporto Prezzo/Utili dell'indice Dax30 è intorno a 12 e sale a circa 12,6 per il mercato inglese, mentre quello per l'indice Dow Jones è circa 13,7, tutti valori inferiori alla media decennale. Dopo cinque anni di crisi e oltre un decennio privo di soddisfazioni per gli investitori in azioni è facile credere alle favole e voler vedere il bicchiere mezzo pieno, anzichè mezzo vuoto. Questo la Fed lo sa bene e fa di tutto per sostenere le valutazioni e creare spazio per un'espansione dei multipli: come scrive Alessandro Fugnoli nel suo commento di questa settimana
La storia del Giappone dal 1989 a oggi è in fondo l’obiezione più inquietante all’idea di uscire dall’obbligazionario ed entrare sull’azionario. Come il Giappone, tutto l’Occidente invecchia, si indebita, monetizza e cresce poco. Come non manca mai di ricordare David Rosenberg, i bond decennali giapponesi, negli anni, hanno reso molto più della borsa. C’è però una differenza decisiva. La vitalità e la profittabilità delle imprese americane (e, in qualche misura, anche europee) è ben maggiore rispetto a quelle giapponesi. Certo, gli utili (e ancora di più i margini) hanno probabilmente finito di salire, ma i multipli sono ancora espandibili, mentre le cedole dei bond non lo sono.

Lasciamo la venerazione del Toro agli analisti e ai gestori di portafoglio e torniamo all'analisi delle strategie seguite da Alfa o Beta? Questa settimana il miglior rendimento è stato quello della   strategia momentum and mean reversion  che ha guadagnato lo 0,9%. Buoni i rendimenti anche delle altre strategie: la tendenza di medio periodo positiva ha segnato un progresso dello 0,7%, così come la  top2; l strategia passiva  ha chiuso l'ottava con un +0,6% e fanalino di coda la top 3 che ha guadagnato lo 0,5%. 

La tabella qui sotto riassume il profilo rischio/rendimento delle cinque strategie ( top2, top3,  tendenza di medio periodo positiva,  momentum and mean reversion asset allocation passiva) negli ultimi 4 anni:



Nella figura è raffigurato l'andamento di un euro investito nelle cinque strategie dal 3 gennaio 2009 ad oggi.


E' bene ricordare che i rendimenti calcolati non tengono neppure conto dei costi di transazione e del prelievo fiscale. Mi preme comunque sottolineare che le analisi e le simulazioni descritte in questo blog sono da considerarsi sempre e comunque risultati teorici e relativi al passato. Chiunque decidesse di utilizzare le strategie descritte o qualsiasi altra informazione tratta da questo blog per decisioni di investimento se ne assume completamente la responsabilità.

Non ci sono cambiamenti nelle posizioni della classifica settimanale, recuperano le azioni statunitensi che hanno nuovamente la tendenza di breve periodo positiva. 

portafogli della strategie seguite sono gli stessi della scorsa settimana e hanno le composizioni seguenti (tutti i portafogli sono equipesati): 
  •  top2:   obbligazioni trentennali dell'eurozona e indice Eurostoxx (invariato);
  •  top3:  obbligazioni trentennali dell'eurozona,  cambio euro/dollaro, indice Eurostoxx (invariato);
  •  tendenza di medio periodo positiva: cambio euro/dollaro,  indice immobiliare globale, indice Eurostoxx, indice Standard and Poor's 500 e obbligazioni trentennali dell'eurozona (invariato);
  • momentum and mean reversion: indice Eurostoxx e indice Standard and Poor's 500 (invariato);
  • strategia passiva:  indice immobiliare globale, materie prime,  indice Eurostoxx, indice Standard and Poor's 500 e obbligazioni trentennali dell'eurozona.
In questo post trovate le risposte ad alcune delle domande  più frequenti relative alla metodologia che utilizzo per la costruzione della tabella e dei portafogli che aggiorno settimanalmente.
In questo post ho descritto quali ETF negoziati a Milano  replicano (in positivo o in negativo) gli indici che sono settimanalmente tracciati qui su Alfaobeta. Se volete fare delle analisi da soli, in questo post ho spiegato come procurarsi gratuitamente le serie storiche dei prezzi e dei NAV degli ETF mentre qui potete trovare qualche informazione sui costi di transazione nel mercato dei cambi.

Ecco l'aggiornamento al 21 dicembre 2012. Buon Natale a tutti!


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