domenica 1 gennaio 2012

Adieu 2011! Aggiornamento al 30 dicembre 2011

 E' bello lasciarsi alle spalle il 2011, un anno dalle mille crisi, con una volatilità mozzafiato che ha messo in ginocchio anche celebri speculatori e investitori. Il New York Times osserva come 


On 35 trading days in the year, the broader market closed with a gain or loss of 2 percent or more — the most number of days of that magnitude since the financial crisis of 2008-9 and making 2011 among the most volatile on record for stocks.
“It has been such a difficult year,” said Rick Bensignor, the chief market strategist for Merlin Securities. “Things changed on a dime.”
Oil prices shot up to $114 a barrel before plunging to $76 and rising again to $100 in reaction to revolutions in the Middle East and North Africa. Investors piled into the perceived haven of United States Treasury bonds even after the nation’s credit rating suffered its first-ever downgrade. The earthquake and tsunami in Japan exacted a devastating human and economic toll.
And the debt crisis in Europe upended governments, stirred fears of sovereign defaults and imposed severe financing strains on banks. Possibilities that were once remote became questions for debate in 2011: Will the euro zone break up? Is this a replay of the 2008 financial crisis?
Sentiment was also hobbled by a deadlock in Washington over fiscal policy and by the potential for slowing growth in emerging markets.
“Investors are scared to death,” said Philip J. Orlando, a chief market strategist for Federated Investors. “You have a massive flight to safety.”
Despite the bruising it took in 2011, Wall Street managed to score one of the better global performances. Major European and Asian indexes lost anywhere from 6 percent (Britain) to 26 percent (Italy) for 2011.

L'indice MSCI World calcolato in dollari ha perso nel 2011 oltre il 5%, con una discesa di oltre l'11% nel secondo semestre, dopo una correzione di oltre il 24% dal massimo dell'anno raggiunto in aprile. Tra i principali mercati azionari solo gli U.S.A. hanno chiuso l'anno in leggero progresso. I ribassi in Europa sono stati consistenti, soprattutto in Italia, Portogallo e Spagna, ma non hanno risparmiato neppure Germania e Francia. Catastrofica la Grecia, e in forte ribasso anche i mercati di Brasile, Cina e soprattutto India. 

L'indice Stoxx 600 ha perso nel 2011 il 13,6% (dividendi esclusi) mentre l'indice EuroStoxx ha lasciato sul terreno quasi il 20% (un po' meglio se si tiene conto dei dividendi -17,8%). E' andata male anche per le materie prime, con le sole eccezioni di mais, riso, petrolio e oro. A dispetto della crisi del debito sovrano, solo le obbligazioni trentennali dell'eurozona (+5,7%) e quelle statunitensi (+9,6% per i Treasuries in dollari) hanno chiuso l'anno in attivo. La debolezza dell'euro sul dollaro ha portato in positivo i rendimenti dell'indice immobiliare globale e dell'indice SP500 valutati in euro.

Le tre strategie seguite settimanalmente da Alfa o Beta? hanno chiuso l'anno in negativo: la top2  ha perso il 13,2%, la top3 il 6,6% mentre la strategia che investe negli asset con  tendenza di medio periodo positiva ha perso il 3,3%. 


Questa settimana la top2  e la top3 hanno realizzato rispettivamente  +0,4% e +0,3%. Nell'intero 2009 le stessa strategie avevano reso rispettivamente il 12.2% e il 2.4% e nel 2010 il 22.4% e il 18.2%.

La strategia che investe negli asset con  tendenza di medio periodo positiva ha avuto nel 2010 un rendimento pari al 12.1% e da inizio 2009 ad oggi ha reso il 21%, corrispondente al 6,6% annualizzato. Nel triennio il massimo drawdown è stato pari al 9.2% e la volatilità 10.4%. La strategia  questa settimana ha reso lo 0.4%.
 
 Non ci sono variazioni nella classifica settimanale degli asset, con il primo posto sempre occupato dalle obbligazioni trentennali dell'eurozona, il secondo posto dall'indice immobiliare globale e il terzo dall'indice SP500. L'indice azionario USA non ha più la tendenza di medio periodo positiva (per un soffio!). Non cambiano i portafogli delle strategie top2 e  top3: la top2  investe il capitale dividendolo in parti uguali tra liquidità e obbligazioni trentennali dell'eurozona, la top3 riserva  2/3 del capitale alla liquidità e 1/3 alle obbligazioni trentennali dell'eurozona. La strategia che investe negli asset che hanno una tendenza di medio periodo positiva concentrerà invece il capitale nelle obbligazioni trentennali dell'eurozona (anche se si potrebbe decidere di aspettare l'apertura del mercato U.S.A. domani per vedere se la discesa dell'indice azionario americano SP500 al di sotto della media mobile a 200 sedute è confermata oppure no).

In questo post trovate le risposte ad alcune delle domande  più frequenti relative alla metodologia che utilizzo per la costruzione della tabella e dei portafogli che aggiorno settimanalmente.

In questo post ho descritto quali ETF negoziati a Milano  replicano (in positivo o in negativo) gli indici che sono settimanalmente tracciati qui su Alfaobeta. Se volete fare delle analisi da soli, in questo post ho spiegato come procurarsi gratuitamente le serie storiche dei prezzi e dei NAV degli ETF mentre qui potete trovare qualche informazione sui costi di transazione nel mercato dei cambi.

Nella figura è raffigurato l'andamento di un euro investito nelle tre strategie dal 3 gennaio 2009 ad oggi.


La tabella qui sotto riassume il profilo rischio/rendimento delle tre strategie negli ultimi 3 anni:


E' bene ricordare che i rendimenti calcolati non tengono neppure conto dei costi di transazione e del prelievo fiscale. Mi preme comunque sottolineare che le analisi e le simulazioni descritte in questo blog sono da considerarsi sempre e comunque risultati teorici e relativi al passato. Chiunque decidesse di utilizzare le strategie descritte o qualsiasi altra informazione tratta da questo blog per decisioni di investimento se ne assume completamente la responsabilità.

 Ecco l'aggiornamento al 30 dicembre 2011. Buon anno!

Nessun commento: