Asset allocation: il cuggino americano a confronto con quello italiano

Un lettore mi ha chiesto come si potrebbe riprodurre l'asset allocation che ho descritto in questo post utilizzando ETF negoziati a Milano, e come sarebbe andata.
Il portafoglio originario era costituito

• al 25% dal Vanguard MSCI Total U.S. Stock Market (ticker VTI, azionario U.S.A.), 
• al 25% dal fondo  iShares Barclays Lng-Tm Treasury (15yr) (ticker TLT, obbligazioni del Tesoro U.S.A. con duration quindicinnale), 
• al 25% dal fondo COMEX Gold Trust (ticker IAU, oro) e
• al 25% dal fondo Barclays Short-Term Treasury (0.4) (ticker SHV, buoni del Tesoro U.S.A. mensili o trimestrali). 

Valorizzato in dollari e ribilanciato giornalmente (ma non lo consiglio per non incorrere in inutili spese di transizione, è sufficiente un ribilanciamento semestrale o annuale, oppure quando gli asset si allontano di oltre il 3-5% dall'allocazione ideale) nel periodo 24 ottobre 2007 - 23 settembre 2010 ha reso il 20.5% con un massimo drawdown di -14.4%.

Il clone italiano, con ETF armonizzati negoziati alla borsa di Milano, è così costituito:

• 25% dal fondo iShares S&P500, ticker IUSA.MI
• 25% dal fondo Lyxor ETF EuroMTS 15+Y, ticker EM15.MI
• 25% dall'ETFS Gold, ticker BULL.MI
• e 25% dal fondo di liquidità Lyxor ETF EURO CASH,  ticker LEONIA.MI

Nel periodo 24 ottobre 2007 - 23 settembre 2010 il "cuggino italiano" ha reso il 20.3% con un massimo drawdown di -8% (addirittura meglio, anche grazie all'anticorrelazione tra dollaro e azioni e oro dell'ultimo paio d'anni).