mercoledì 18 aprile 2012

Il fondo hedge che cinguetta...

L'idea di utilizzare delle misure del sentiment degli investitori e dei traders per il market timing si è evoluta considerevolmente negli ultimi anni, grazie alla disponibilità di dati semplicemente inaccessibili in passato.

Uno degli sviluppi più originali si basa sulle misure di sentiment che si possono dedurre dall'analisi dei social networks (si veda, ad esempio, l'articolo Modeling public mood and emotion: Twitter sentiment and socioeconomic phenomena). 

In Twitter mood predicts the stock market gli autori Johan Bollen, HuinaMao, Xiao-Jun Zeng analizzano la correlazione tra i tweets contenenti le faccine ( :) oppure :( e così via) scambiati quotidianamente e i rendimenti giornalieri dell'indice Dow Jones Industrial Average (DJIA). Più precisamente, oltre a guardare la correlazione i ricercatori hanno fatto un'analisi di causalità di Granger, una tecnica di analisi statistica che permette di stabilire se la considerazione di una certa serie temporale (in questo caso le indicazioni di umore dedotte dalle faccine scambiate su Twitter) migliora l'accuratezza della previsione di un'altra prefissata serie temporale (le variazioni giornaliere dell'indice DJIA).

I risultati sono sorprendenti, con un'accuratezza dell'87.6% nella previsione del segno (positivo o negativo) delle variazioni giornaliere dell'indice!

Non stupisce che l'industria degli hedge funds non si sia fatta sfuggire un'occasione simile, e abbia lanciato un fondo (semi)-quantitativo che si basa su questa idea. Nel video qui sotto, tratto dal sito http://www.opalesque.tv/ potete ascoltare un'intervista con Paul Hawtin, il fondatore di Derwent Capital Markets e il gestore del Derwent Absolute Return Fund. Qui invece potete seguire i rendimenti mensili (dal gennaio 2012) del fondo.


3 commenti:

rara avis ha detto...

Una voce fuori dal coro:

http://sellthenews.tumblr.com/post/21067996377/noitdoesnot

rara avis ha detto...

Non prenderei i risulatiti nel paper come oro colato:


http://sellthenews.tumblr.com/post/21067996377/noitdoesnot

Stefano Marmi ha detto...

rara avis ha detto...
"Non prenderei i risultati nel paper come oro colato"

Nemmeno io!!

Sulla correttezza dei risultati del lavoro è assolutamente lecito, e salutare, avere dubbi.

Però mesi fa avevo letto l'articolo con uno studente e non ci era parso così male. Si scrisse anche agli autori, chiedendo di mettere a disposizione i dati (come annunciato nel preprint): purtroppo non ci hanno mai risposto...

Tuttavia non prenderei neppure per oro colato un singolo post (per quanto ben scritto) di un autore anonimo (benchè preparato e competente) su un blog senza storia precedente, come il link al quale lei ci ha rinviato. Il post sembra avere come unico scopo screditare quel lavoro...

Se si da un'occhiata alla pagina web di Bollen si vede subito che di analisi di social networks se ne occupa da tempo con un certo successo (si veda ad esempio il sito http://truthy.indiana.edu/ )